RIVISTA ITALIANA DIFESA
India e Pakistan sull’orlo della guerra 30/04/2025 | Pietro Batacchi

Dopo l’attentato che la scorsa settimana ha provocato la morte di 26 civili a Pahalgam, nella parte del Kashmir amministrata dall’India, la tensione tra Nuova Delhi e Islamabad sta salendo a livelli preoccupanti. L’India accusa il Pakistan di essere indirettamente responsabile dell’attacco per via dei legami tra l’ISI, la potentissima Intelligence pakistana, e quel network di gruppi più o meno jihadisti che da fine anni Ottanta conducono a fasi alterne un’insurrezione armata nelle zone del Kashmir sotto controllo indiano e che hanno le proprie basi e i santuari nella parte di Kashmir amministrata dal Pakistan.

Il Ministro dell’Informazione pakistano, Attaullah Tarar, ha dichiarato di avere in mano una “credibile intelligence” circa l’intenzione indiana di condurre un’azione militare contro il Pakistan nelle prossime 24-36 ore accusando Nuova Delhi di voler utilizzare l'attacco di Pahalgam come semplice pretesto per iniziare una guerra. Il Primo Ministro indiano Modi ha convocato oggi il Cabinet Committee on Security e ha deciso di ricostituire il National Security Advisory Board, facendolo presiedere dall’ex Capo del R&AW (Rsesearch & Analysis Wing), l’Intelligence estera indiana, Alok Joshi. Tutto ciò mentre da giorni entrambi i Paesi stanno potenziando i (già formidabili) rispettivi dispositivi militari lungo la LOC (Line Of Control), la linea di cessate il fuoco tracciata a seguito della guerra del 1971, che segna il confine di fatto tra i 2 Paesi attraverso il Kashmir conteso dividendolo in: Jammu and Kasmhir (India), Ladakh (India) e Azad Kashmir (Pakistan), Gilgit-Baltistan (Pakistan). Ricordiamo poi che la Cina controlla un altro pezzo di Kashmir, l’Aksai Chin, occupato con la guerra del 1962 e tuttora rivendicato dall’India.

La situazione tra India e Pakistan in queste ore è più che mai vicina alla guerra. Il Kashmir è un nervo scoperto: per l’India è l’insicura frontiera del nord in un’area a maggioranza musulmana, stretta nella morsa tra Pakistan e Cina (2 Paesi alleati), mentre per il Pakistan è un “coltello” puntato al cuore. La LoC, infatti, è pericolosamente vicina alla capitale Islamabad, ed alla cittadella militare di Rawalpindi: meno di 200 km in alcuni punti. Questa vicinanza ha da sempre condizionato la percezione di sicurezza del Pakistan, rispetto ad un vicino enormemente più grande e forte, portandolo a ricercare profondità strategica verso l'Afghanistan. Una profondità che oggi è venuta meno dopo che le relazioni tra il "vecchio padre”, ovvero il Pakistan, e il "figlio", Talebani afghani, sono precipitate, fino allo scontro aperto, per via del supporto che i Talebani adesso al governo a Kabul danno al TTP (Tehrik Taliban Pakistan), i Talebani pakistani attivi nelle aree transfrontaliere da sempre nemici giurati di Islamabad. Il TTP negli ultimi 2 anni ha intensificato notevolmente le proprie attività e i propri attacchi contro obbiettivi in territorio pakistano, dove nel 2024 il numero di vittime per attacchi terroristici è cresciuto di ben il 45%. Nel solo mese di gennaio di quest’anno sono stati più di 100 le azioni terroristiche riconducibili al TTP. Islamabad ed il neo (vecchio) Presidente Zardari sono in grande difficoltà e l’India potrebbe, dunque, approfittarne per sistemare “alcune cosette” lungo la LoC come, per esempio, tagliare il saliente di Sialkot, saliente pakistano che si spinge nelle aree sotto il proprio controllo, o incunearsi nel Gilgit Baltistan. E poi c’è lo scollamento complessivo del sistema internazionale, a seguito della Guerra in Ucraina, con lo “sdoganamento” dell’uso della forza come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali e di modifica dei confini legalmente, o di fatto, riconosciuti.

Insomma, l’incentivo c’è e il rischio di guerra pure. E poco importa che si parli di 2 potenze nucleari, che peraltro, in diverse forme, stanno acquisendo pure una capacità di “second strike” (seppur in questo l’India sia molto più avanti rispetto al Pakistan). Le Forze Armate dei 2 Paesi, difatti, sono preparate e attrezzate a combattere una guerra convenzionale sotto condizioni di possesso di armamento nucleare, basandosi sulla percepita, reciproca, capacità di controllo del processo di scala e sulla capacità di definire e riconoscere ab initio un set di obbiettivi che si assume essere limitato e circoscritto. Nel 1999, con la Guerra di Kargil, ovvero Quarta Guerra Indo Pakistana, accadde proprio questo. Che ci possa essere oggi un bis?

(Fonti: mappa 1: Central Intelligence Agency; mappa 2: Nazioni Unite)

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