
Il 14 aprile, gli Emirati Arabi Uniti hanno schierato, presso la propria base aerea di Bosaso, nella regione autonoma del Puntland, situata a nord-est della Somalia, il radar ELM-2084 MMR (Multi-Mission Radar).
La presenza emiratina a Bosaso è documentata dal 2012, quando le forze di Abu Dhabi hanno iniziato il processo di addestramento delle forze di polizia marittime del Puntland. La crescita degli interessi nella regione e l’aumento dei finanziamenti emiratini (che hanno interessato principalmente le infrastrutture portuali), hanno portato, nel 2022, alla creazione di una base militare.
Parlando del radar, si tratta di un sistema prodotto dall’israeliana ELTA Systems, noto per essere il “cuore” del sistema IRON DOME e tra le tecnologie più versatili nel campo della difesa aerea e del C-RAM (Counter Rockets, Artillery and Mortar). Il posizionamento dell’ELM-2084 nella base di Bosaso mira a rafforzare la sorveglianza aerea e marittima, con l’obiettivo principale di proteggere gli interessi di Abu Dhabi nella regione.
In particolare, l’obiettivo è salvaguardare gli investimenti nel porto di Bosaso; nel 2017 infatti, la società emiratina DP World, attraverso la sua controllata P&O Ports, ha firmato un contratto trentennale per ri-progettare e modernizzare il porto di Bosaso. La scelta del sito non è casuale: il Puntland si affaccia sul Golfo di Aden, corridoio vitale per il commercio globale e crocevia tra l’Oceano Indiano e il Mar Rosso. Il radar contribuisce alla sicurezza della navigazione commerciale, oggi minacciata dagli attacchi con missili e droni lanciati dai ribelli Houthi, oltre che dai rischi legati alla pirateria e alla presenza di gruppi jihadisti locali come Al-Shabaab. L’installazione di un tale sistema nella strategicamente importante regione del Puntland apre a numerose considerazioni di natura geopolitica e militare.
L’ELM-2084 rappresenta infatti una risorsa ad alto valore operativo: un radar AESA (Active Electronically Scanned Array) operante in banda S e capace di tracciare simultaneamente migliaia di bersagli aerei, missilistici o di artiglieria (come già dimostrato da parte israeliana), con una portata di circa 470 km. L’ELM-2084 si distingue per la sua capacità di combinare difesa aerea e localizzazione d’artiglieria in un’unica piattaforma compatta. La sua architettura digitale e i moduli GaN (nitruro di gallio) garantiscono inoltre prestazioni elevate anche in ambienti climaticamente ostili come quelli, appunto, del Puntland.
Sul piano operativo, l’ELM-2084 potrebbe svolgere diverse funzioni: dalla rilevazione di piccoli droni e imbarcazioni Houthi nel Golfo di Aden, al supporto delle operazioni anti-insurrezionali contro Al-Shabaab e la crescente minaccia dello Stato Islamico nella regione montuosa del Cal Miskaat. Il dispiegamento di un radar prodotto da Israele non è solo una scelta tecnica. A partire dagli Accordi di Abramo del 2020, la cooperazione tra Emirati Arabi Uniti e Israele in campo militare e tecnologico si è intensificata.
L’utilizzo dell’ELM-2084 in Somalia evidenzia la portata di questa intesa e il crescente accesso da parte di Abu Dhabi a sistemi d’avanguardia non disponibili a rivali regionali come Qatar o Turchia. L’arrivo del radar israeliano rafforza l’impronta emiratina in Somalia, ma rischia di esasperare le tensioni tra il Governo centrale di Mogadiscio e l’amministrazione autonoma del Puntland. Quest’ultima, storicamente incline a rivendicare una maggiore indipendenza, ha consolidato legami con Abu Dhabi sin dalla lotta alla pirateria negli anni 2000. La collaborazione diretta tra Emirati e autorità locali, aggirando il Governo federale, potrebbe essere letta come un segnale di supporto implicito all’autonomia del Puntland.
Anche sul piano regionale, il dispiegamento avrà ripercussioni. Potrebbe spingere attori rivali, come la Turchia (presente militarmente a Mogadiscio) o il Qatar, che mantiene forti relazioni con fazioni filo-governative somale, ad aumentare la propria influenza in Somalia. La reazione di Etiopia e Gibuti, anch’essi coinvolti in una complessa partita di potere sul controllo del Mar Rosso, sarà da monitorare con attenzione. Il dispiegamento dell’ELM-2084 nel Puntland rappresenta quindi un punto di svolta per la proiezione strategica emiratina nel Corno d’Africa, ma non solo.
Oltre a consolidare il controllo su un crocevia marittimo cruciale, l’operazione testimonia la trasformazione degli Emirati da attore economico a potenza militare regionale dotata di tecnologie all’avanguardia. Inoltre, dimostra la forte cooperazione tra Tel-Aviv e Abu Dhabi, anche dal punto di vista militare.
Resta da vedere come gli Emirati sfrutteranno questa nuova e importante risorsa e se riusciranno a bilanciare sicurezza e stabilità in un contesto segnato da interferenze esterne e fragilità istituzionali, oppure se il rafforzamento delle capacità operative emiratine nella regione non farà altro che alimentare nuove instabilità.
(In foto il radar ELM-2084 MMR. Fonte: IAI)
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