
Dal 7 al 9 aprile si è svolta presso il Gaylord National Harbor (Maryland) l’edizione 2025 della Sea Air Space, nel corso della quale abbiamo avuto modo di apprezzare le principali tendenze che caratterizzano il settore aeronavale statunistense.
La trasformazione dell’US Navy, in particolare, si sta articolando lungo 2 direttrici principali. Da un lato, in un contesto internazionale sempre più teso, i Carrier Strike Group stanno tornando a rappresentare il fulcro della potenza navale americana, sia a livello di power projection che di sea control. Durante un panel sul futuro dell'aviazione navale, il Viceammiraglio Carl Chebi, Comandante del Naval Air Systems Command, ha sottolineato che la Marina deve garantire che il Presidente degli Stati Uniti mantenga "la completa indipendenza decisionale da qualsiasi altro Paese e sia autorizzato ad agire autonomamente e a perseguire tutte le opportunità che ritiene appropriate per il miglior interesse del Paese". Una presa di posizione “tradizionalista”, che rafforza il ritorno della politica di potenza e la necessità di confrontarsi con avversari in scenari peer o near-peer.
In termini di Order of Battle (OOB), ciò si traduce nella necessità di dotare i Carrier Air Wings della combinazione più efficace di mezzi e del più alto livello possibile di prontezza operativa. Il fulcro di questa architettura è rappresentato dalle portaerei classe FORD, che vedranno una crescente integrazione tra velivoli con equipaggio e sistemi unmanned, recuperando capacità che si erano in parte "affievolite" dopo decenni di operazioni a bassa intensità.
I caccia F/A-18E/F SUPER HORNET e F-35B/C continueranno a rappresentare l’ossatura degli Air Wings, ma saranno affiancati da assetti AEW&C, ASW, ISR e da capacità da trasporto sempre più raffinate. In questo quadro, l’E-2D HAWKEYE continua a ricevere aggiornamenti, e non è escluso che possa essere affiancato da una piattaforma unmanned entro il prossimo decennio. Missioni di ISR, guerra elettronica e ASW potrebbero essere assegnate a velivoli a pilotaggio remoto o completamente autonomi, prendendo il posto degli ormai radiati S-3.
La composizione complessiva della forza sarà influenzata anche dal programma Future Vertical Lift-Maritime Strike (FVL-MS), che fornirà il velivolo rotante che sostituirà l'MH-60R. La nuova piattaforma dovrebbe svolgere missioni come il supporto ASW ravvicinato, il SAR e il trasporto tattico. Alcuni di questi compiti potranno essere svolti anche da sistemi unmanned della classe dell’MQ-25, o da sue varianti dedicate.
Uno dei dossier più rilevanti riguarda il successore del F/A-18, tema al centro di un ampio dibattito interno all'US Navy. Al momento, la Marina USA sarebbe vicina a prendere una decisione sul sostituto dell’F/A-18: un nuovo caccia da superiorità aerea, soprannominato da alcuni come il “nuovo F-14 TOMCAT”. Sebbene i dettagli sul programma F/A-XX rimangano scarsi, diversi ammiragli hanno sottolineato l'importanza di ottimizzare le operazioni congiunte tra l’F/A-18 e l’F-35, lasciando intendere che il velivolo di nuova generazione potrebbe entrare in servizio nel prossimo decennio, mentre la sostituzione completa della flotta di F/A-18 richiederà probabilmente ulteriori dieci anni.
Il secondo pilastro della potenza navale americana è rappresentato dalla componente subacquea, con i sottomarini classe VIRGINIA (SSN) e COLUMBIA (SSBN). In questo ambito, i riflettori si sono concentrati sulla filiera industriale e sulla necessità di aumentare i ritmi produttivi.
Grande attenzione è stata riservata alle soluzioni unmanned, sempre più centrali per la “futura” US Navy. Tra i sistemi di superficie e aerei presentati, il TSUNAMI USV e l’AEROSONDE UAV di Textron Systems si sono distinti per le elevate prestazioni e la notevole scalabilità operativa. Lo SHADOW FOX USV di L3Harris ha evidenziato capacità avanzate di comando e controllo, grazie a una suite in grado di gestire diversi livelli di autonomia. Particolarmente promettente anche il progetto GHOST USV di General Dynamics Mission Systems, che sta proseguendo il proprio sviluppo con risultati significativi.
A conferma della crescente centralità dell’elemento unmanned, aziende come Anduril e Saronic hanno evidenziato il valore strategico di sistemi senza pilota prodotti in serie e a costi contenuti. Anduril sta applicando al dominio navale il proprio modello di sviluppo accelerato, già collaudato in ambito aerospaziale: cicli progettuali brevi e produzione rapida. Un approccio simile è stato adottato da Saronic che, oltre a puntare su una digitalizzazione sempre maggiore dei propri processi industriali e dei propri prodotti, mira a effettuare ingenti investimenti infrastrutturali, finalizzati alla creazione di impianti in grado di produrre su larga scala unità navali veloci di medie dimensioni, come il CORSAIR, presentato in manovra durante le dimostrazioni sul Potomac.
Gli Stati Uniti, infine, stanno puntando a ricostruire capacità industriali andate perdute, ma il percorso è reso complesso dalla carenza di manodopera qualificata e dalla necessità di soluzioni rapide e scalabili per soddisfare una domanda in crescita. In sintesi, la trasformazione in atto nella Marina Statunitense va ben oltre i piani di procurement: si configura come una vera e propria svolta di politica industriale, destinata a ridefinire l’intera filiera navale e aeronavale statunitense.
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