
In una mossa senza precedenti gli USA hanno deciso di rischierare sulla base di Diego Garcia, strategico atollo nell’Oceano Indiano, tra i 6 e i 7 bombardieri strategici stealth B-2 SPIRIT. In pratica stiamo parlando di quasi la metà della flotta di B-2 dell’USAF. Una parte dei velivoli ha già raggiunto la base, dove sono comparsi anche 7 aerei cargo C-17 per il trasporto di personale, attrezzature e armamenti. Da qualche giorno si registrava nelle basi americane nel Pacifico un’intensa attività di tanker KC-135 per rifornire i bombardieri lungo la loro rotta di trasferimento. Ricordiamo che, già lo scorso 16 ottobre, un numero non meglio identificato di B-2 - utilizzati l'ultima volta nel 2017, quando avevano colpito un campo di addestramento dello Stato Islamico in Libia - è stato impiegato per effettuare una serie di attacchi contro almeno 5 depositi sotterranei di armi degli Houthi nello Yemen occidentale.
Oltre al rischieramento degli SPIRIT, il Pentagono ha ordinato alla portaerei USS CARL VINSON ed al suo gruppo da battaglia di raggiungere in Medioriente la portaerei TRUMAN, il cui dispiegamento nell’area è stato esteso di un altro mese almeno, mentre anche un numero imprecisato di F-35A è segnalato in arrivo nelle basi della zona.
Washington si appresta così ad aumentare l’intensità della campagna aerea e missilistica contro gli Houthi in Yemen e la pressione contro Teheran. Secondo quanto riportato da Axios, nella lettera inviata dalle autorità americane a quelle iraniane, sulla necessità di arrivare ad un nuovo accordo sul nucleare di Teheran (leggi: chiudere il relativo programma), sarebbe contenuto anche un ultimatum che scadrebbe ai primi di maggio.
Insomma, l’Amministrazione Trump sta dando corso in maniera molto chiara, con un potenziamento del dispositivo aero-navale nel Medioriente, alla politica di massima pressione contro Teheran.
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