
Nella notte tra il 14 e il 15 marzo l'Ucraina avrebbe utilizzato, per la prima volta, il nuovo missile da crociera LONG-NEPTUNE contro la raffineria russa di Tuapse (Krai di Krasnodar), situata sulla costa del Mar Nero, a circa 600 km dal territorio ucraino.
L’attacco si inserisce nella campagna di bombardamenti ucraini contro le infrastrutture petrolifere russe. Il 15 marzo 2025, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che è stata utilizzata con successo una nuova versione del missile antinave R-360 NEPTUNE, ora modificato per colpire con precisione bersagli fino a 1.000 km di distanza e denominato, appunto, LONG-NEPTUNE. Il missile, durante la fase di crociera, utilizza un sistema di guida inerziale integrato con il posizionamento satellitare, mentre nella fase di avvicinamento al bersaglio sfrutta un sistema di homing a infrarossi. Non è ancora chiaro se quest’ultimo sia di tipo IR (InfraRed) o IIR (Imaging InfraRed).
L’R-360 NEPTUNE, basato sul sovietico Kh-35, è entrato in servizio nel 2021, e nasce come missile antinave terrestre mobile (all’interno del sistema denominato NEPTUNE 360ST). L’R-360 ha una gittata di 280 km, pesa circa 870 kg, è dotato di una testata da 150 kg ed è alimentato da un motore turbofan MS400. Tuttavia, il recente adattamento estende il ruolo del missile ben oltre il suo scopo iniziale. La modifica permetterebbe infatti di colpire obiettivi terrestri a una grande distanza. La transizione del missile NEPTUNE da missile antinave a versatile sistema di attacco multi-bersaglio è iniziata nell'aprile 2023, quando i funzionari della Difesa ucraini hanno rivelato pubblicamente che erano in corso programmi per modificare il sistema di guida e la testata del missile.
Queste modifiche sarebbero state progettate per migliorare la capacità del NEPTUNE di colpire bersagli terrestri sia fissi che in movimento, secondo le nuove necessità delle Forze Armate ucraine. Sebbene i dettagli non siano chiari, è plausibile che il sistema di guida del missile sia stato adattato per colpire obbiettivi terrestri, tra cui infrastrutture militari, sistemi di difesa aerea e hub logistici.
Gli strikes ucraini con missili NEPTUNE contro bersagli terrestri confermano questa ipotesi: il 23 agosto 2023, un missile R-360 modificato è stato utilizzato per distruggere un radar del sistema missilistico S-400, dispiegato a Capo Tarkhankut in Crimea; il 14 settembre 2023, le forze ucraine hanno affermato di aver distrutto alcuni lanciatori S-400 vicino a Yevpatoriya utilizzando droni e missili NEPTUNE. Il 31 maggio 2024, l'Ucraina ha lanciato diversi missili R-360 contro un deposito petrolifero situato a Kavkaz, Krai di Krasnodar; il 21 giugno 2024, un NEPTUNE ha colpito un deposito di droni GERAN a Krasnodar; mentre il 31 luglio 2024 è stata colpita la base aerea di Khalyno a Kursk, situata a 100 km dal confine ucraino. Infine, il 21 agosto 2024, l'Esercito Ucraino ha colpito una batteria S-300 nell'Oblast di Rostov, probabilmente utilizzando un NEPTUNE.
La recente introduzione del LONG-NEPTUNE con gittata di 1.000 km consente alle forze di Kiev di colpire obiettivi di alto valore in profondità nel territorio russo, potenzialmente creando non pochi problemi alle forze di Mosca. L’efficace conversione dell’R-360 NEPTUNE da missile antinave a missile da crociera a lungo raggio è anche dovuta alla capacità degli ingegneri ucraini di applicare le già presenti conoscenze in campo missilistico di eredità sovietica. L’Ucraina ha infatti ereditato circa il 30% dell’industria bellica sovietica, sia in termini di capacità produttive (impianti) che di strutture di ricerca e sviluppo. Tra i più importanti, si annoverano, in campo missilistico, il Luch design di Kiev e la PA Pivdenmash di Dnipro; sul versante della motoristica, invece, Zorya-Mashproekt, situata a Mykolaiv, e Motor sich di Zaporizhzhia; in campo aeronautico, la celebre Antonov, con sede a Kiev (la quale però ha sospeso la produzione a causa dell’invasione russa); mentre, nel settore dei corazzati, lo stabilimento Malyshev di Kharkiv. Inoltre, nonostante le precarie condizioni imposte dalla guerra e le risorse limitate, l’industria ucraina è riuscita ad adattare rapidamente le tecnologie esistenti per rispondere alle esigenze del conflitto.
La transizione verso l’uso di sistemi sviluppati internamente, osservabile anche nel settore dei droni, evidenzia l’importanza crescente dell’autosufficienza nella difesa dell’Ucraina. Pur rimanendo fortemente dipendente dagli aiuti militari stranieri, la capacità di modificare e aggiornare autonomamente i propri sistemi d’arma rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento delle capacità nazionali e, almeno in parte, la riduzione della dipendenza dal supporto esterno.
(in foto un missile R-360 NEPTUNE)
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