
Ieri, a borse europee chiuse, Roberto Cingolani, AD e DG di Leonardo, ha presentato l'aggiornamento 2025 (2025-2029) del piano industriale dell’azienda. L’aggiornamento, che parte comunque del piano 2024-2028 presentato a marzo 2024, è il frutto di “numeri” complessivamente migliori, come dimostrano anche i risultati 2024 (clicca qui), Tutti gli indicatori sono infatti migliori di quanto stimato lo scorso anno, con previsioni globali per il nuovo quinquennio migliorate rispetto a quelle del 2024. Gli ordini complessivi (2025-2029) sono infatti stimati in 118 miliardi di euro (contro i 105 miliardi del 2024-2028): d’altronde, già nel 2024, gli ordini sono stati pari a 20,9 miliardi rispetto ai 19,4 miliardi stimati dal “vecchio” piano industriale.
I ricavi complessivi (2025-2029) sono stimati a circa 106 miliardi (rispetto ai 95 miliardi del quinquennio 2024-2028), con ricavi nel 2024 pari a 17,8 miliardi (contro i 16,8 stimati nel “vecchio” piano industriale). Lo stesso vale per la redditività: nel 2024 l’EBITA è stato pari a 1,53 (contro 1,4 previsto nel “vecchio” piano industriale) per un ROS dell’8,6% (in questo confermando quanto previsto nel piano industriale). Il ROS a doppia cifra, comunque, dovrebbe arrivare un anno prima del previsto: si parla del 10,5% nel 2027, rispetto al 2028 previsto nel “vecchio” piano. Anche il flusso di cassa è migliore del previsto: nel 2024 è stato pari a 830 milioni di euro (contro i 770 milioni previsdti): nel 2028 dovrebbe arrivare a 1,39 miliardi e 1,53 nel 2029. Venendo ai dettagli sul piano industriale, le linee guida - incentrate su razionalizzazione del portafoglio prodotti, digitalizzazione, piano di efficientamento, crescita “inorganica”(alleanze, fusioni e acquisizioni), boost su Cyber Security, AI e Spazio – restano ovviamente immutate. La razionalizzazione del portafoglio prodotti procede come programmato. Il piano di efficientamento sta andando meglio del previsto: l’obiettivo di risparmi complessivi per 1,8 miliardi resta, tuttavia è probabile venga raggiunto prima del previsto. Nel 2024, infatti, erano previsti 150 milioni di risparmi: in realtà, lo scorso anno, si è già arrivati a 191 milioni. Una parentesi importante ha meritato la crisi della Divisione Aerostrutture, realtà che realizza le fusoliere per dei grandi velivoli commerciali di Boeing. Le difficoltà in cui versa l’azienda americana si stanno riflettendo anche sulla Divisione Aerostrutture. Per tale ragione, da settembre 2024, Leonardo ha costituito una task force dedicata che ha l’obiettivo di trovare una soluzione (probabilmente sotto forma di un partner) entro la fine del 2025. L’idea è quella di aumentare il volume nel civile, espandersi nel settore militare, diversificare il business (entrando nel campo dell’MRO), incrementare l’efficienza e altre sinergie. L’AD ha posto grande enfasi sulle nuove iniziative, che sono rappresentate dalla Divisione Spazio, dalla JV con la turca Baykar, dalla JV con la tedesca Rheinmetall, dalla JV GCAP e dalla nuova Line of Business Leonardo Hypercomputing Continuum.
La nuova Divisione Spazio, annunciata nel 2024, è ora operativa: essa può contare su uno “zoccolo duro” di programmi satellitari del MoD italiano del valore di circa 900 milioni di euro (di cui 580 già allocati), e punta soprattutto alla fornitura di servizi (un settore, quest’ultimo, in forte crescita). La recentissima JV con Baykar (annunciata il 6 marzo) consentirà di mettere insieme il meglio delle 2 aziende: le piattaforme della società turca (2 miliardi di ricavi nel 2024 e più di 700 UAV consegnati) con la sensoristica, l’integrazione (le capacità certificative su standard europei) di Leonardo. Da questa collaborazione, che permetterà di partire con prodotti “congiunti”, sin da subito, Leonardo si aspetta un contributo cumulativo ai ricavi nel quinquennio (2025-2029) pari a 600 milioni. Molto recente (è partita il 24 febbraio) è pure la JV con Rheinmetall. Quest’ultima, che è stata battezzata Leonardo Rheinmetall Military Vehicle (LRMV), realizzerà i 1.050 cingolati AICS/A2CS e i 272 MBT dell’EI (del 2026 al 2040). Nell’occasione l’AD Cingolani ha ufficializzato i nuovi vertici della società: come avevamo anticipato, si tratta del CEO Sissmann, espressione di Leonardo, e del Presidente (esecutivo) Hoeder, espressione di Rheinmetall. Da questa JV Leonardo si aspetta un contributo cumulativo ai ricavi nel quinquennio pari a circa un miliardo di euro. La JV GCAP è una realtà paritaria (33,3% ciascuno) tra Bae Systems, Japan Aircraft Industrial Ehnancement (JAIEC) e Leonardo costituita per lo sviluppo e la realizzazione del GCAP, appunto. Si tratta di un “sistema aereo” di 6a generazione destinato alle aeronautiche di Giappone UK e Italia (si parla di oltre 300 velivoli da realizzarsi oltre il 2035, export escluso). La JV GCAP prevede investimenti di 40 miliardi di euro (1/3 dei quali italiano) da qui al 2035; tali fondi saranno destinati alla progettazione e allo sviluppo del velivolo e delle varie componenti, Da queste nuove iniziative (le JV con Baykar e Rheinmetall) e dalla Divisione Spazio, Leonardo si aspetta un contributo cumulativo (nel quinquennio 2025-2029) ai nuovi ordini per 5,4 miliardi di euro e sui ricavi pari a 3,1 miliardi di euro. Aggiungendo a tali stime anche ciò che è previsto dalla JV GCAP, ciò potrebbe portare - dal 2030 in avanti - un contributo sui ricavi di 3-4 miliardi annui. L’incremento degli investimenti nella Difesa dei Paesi europei avrà, ovviamente, effetti molto positivi sui conti: quello italiano avrà effetti maggiori ma anche l’aumento della media europea produrrà effetti significativi. Infine, comunque, non va dimenticato che, a fronte di aumenti elevati di ordinativi, Leonardo dovrà affrontare la sfida dell’aumento della produzione e della “delivery capability”, una sfida su cui, comunque, sta già lavorando.
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