
Dopo il duello di venerdì nello Studio Ovale, il Presidente Trump avrebbe bloccato gli aiuti militari all’Ucraina. Al momento si tratta di voci che filtrano dall’Amministrazione americana, ma non ci sono dettagli, in particolare su cosa è stato, o sarà, effettivamente bloccato.
Ricordiamo, infatti, che i trasferimenti di armi americane a Kiev avvengono principalmente attraverso 2 strumenti: il PDA (Presidential Drawdown Authority), che consente al Presidente di trasferire armi ed equipaggiamenti in tempi molto rapidi senza passare dal Congresso, e l’USAI (Ukraine Security Assistance Initiative), che finanzia gli acquisiti direttamente con le aziende americane. Per cui, se nel primo caso, Trump non avrebbe problemi a bloccare le forniture in PDA , decise da Biden, ancora inevase, nel secondo caso ci sarebbero dei problemi legali con le commesse già in essere (bisogna capire, cioè, quando un sistema diventa effettivamente proprietà dello Stato ucraino).
Detto questo, il colpo per gli Ucraini sarebbe molto duro. Non è, infatti, solo una questione di equipaggiamenti, ma di un sistema di assistenza complessivo che verrebbe improvvisamente meno. In gioco, per esempio, ci sono i ricambi per i mezzi che in questi anni gli USA hanno fornito a Kiev: basti ricordare gli oltre 300 cingolati da combattimento per la fanteria BRADLEY, i 40 lanciarazzi HIMARS, le 12 batterie di missili terra-aria a medio raggio NASAMS, ecc. Ma pensiamo ad altro materiale come gli oltre 3 milioni di proietti di artiglieria da 155 mm, i 200 obici da 155 mm, le oltre 100.000 mine tipo Remote Anti-Armor Mine (RAAM) e così via.
E poi ci sono gli aspetti più importanti: l’advising strategico e la fornitura d’intelligence, sottoforma di spionaggio elettronico (grazie a librerie elettroniche prerogativa esclusiva delle agenzie americane…) e sorveglianza satellitare, ad opera dei consiglieri di Washington e di piattaforme specialistiche uniche: i droni da penetrazione RQ-180, i grandi velivoli spia U-2 e gli UAV strategici GLOBAL HAWK, i velivoli Joint STARS per la sorveglianza del campo di battaglia e, appunto, la massa dei satelliti spia di Washington – KEYHOLE-12, i satelliti della costellazione SBIRS (Space-Based Infrared System), ecc. Tutti fattori che hanno sin da subito costituito il vero vantaggio competitivo degli Ucraini rispetto ai Russi. E non dimentichiamo l’accesso a STARLINK che se dovesse essere negato, farebbe perdere agli Ucraini la capacità di colpire con precisione con l’artiglieria e di controllare e manovrare con la massima confidenza i droni, in particolare quelli navali, a grandi distanze.
Con il supporto europeo, in parte si potrebbe compensare, specie nel campo dell’artiglieria e della difesa contraerei, grazie al ruolo della Germania e delle industrie tedesche, Rheinmetall su tutte, ma l’Europa non potrebbe in poco tempo “pareggiare” gli USA nella fornitura d’intelligence e nella logistica. Anzi, non potrebbe ragionevolmente farlo, come lo fanno oggi gli USA, per i prossimi 5-10 anni, con tutto ciò che ne conseguirebbe per le forze di Kiev.
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(Per un approfondimento sul ruolo dell'intelligence americana e occidentale nel supporto all'Ucraina si veda RID 6/22 pag. 26-31, "Guerra in Ucraina: strategia, coercizione e intelligence".)