
Lo scorso 6 febbraio, durante una cerimonia svoltasi a Bandar Abbas, il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha ricevuto ufficialmente in consegna la nave portadroni SHAHID BAHMAN BAGHERI, o più semplicemente SHAHID BAGHERI.
L'evento è stato presieduto dal Comandante della componente navale del predetto Corpo (IRGC Navy), Ammiraglio Alireza Tangsiri, il quale ha dichiarato che la nuova unità ha un "raggio operativo" di 22.000 miglia ed è dunque in grado "di svolgere missioni per un anno intero, senza bisogno di rifornimento". Come noto, la SHAHID BAGHERI è il risultato della trasformazione della portacontainer PERARIN, costruita circa 25 anni fa nei cantieri Hyunhai di Ulsan, in Corea del Sud, e propulsa da un motore diesel MAN B&W Type 8 S70 MCC da 24.500 kW di potenza massima, su un unico asse. Nel corso di approfonditi interventi eseguiti nel periodo 2022-2024, l’unità ha mantenuto le sue dimensioni principali, ossia una lunghezza fuori tutto poco superiore a 240 m, una larghezza di circa 32 m e un dislocamento valutato in circa 42.000 t.
Ampiamente pubblicizzata dai media iraniani, la trasformazione della PERARIN in drone carrier ha dovuto tener conto di alcuni vincoli, sintetizzabili nell’ubicazione dell’apparato motore e, conseguentemente del blocco sovrastrutture, nonché delle capacità e delle tecnologie disponibili in Iran per questo tipo di costruzioni navali. Con alcuni adattamenti dei locali interni, la SHAHID BAGHERI ha perciò mantenuto la sovrastruttura originaria, concentrata nella zona poppiera: l’eventuale realizzazione di un’isola sul lato dritto, a centronave, avrebbe infatti comportato interventi assai più invasivi su tutta la catena propulsiva.
La peculiarità della trasformazione risiede tuttavia nella realizzazione di un ponte di volo esteso dalla sovrastruttura fino a quasi prora estrema, posizionato al di sopra delle vecchie strutture di coperta della portacontainer: il ponte di volo è configurato con una pista di decollo lunga 180 m munita di ski-jump e a cui è associata una sezione angolata rispetto all’asse longitudinale della nave, realizzata installando un lungo mensolone sulla murata di sinistra.
In pratica, si è ottenuta una configurazione che favorisce il decollo e l’appontaggio – ma non in contemporanea – di UAV ad ala fissa, oltreché le operazioni con elicotteri manned e unmanned. La posizione della sovrastruttura impedisce però la continuità fra ponte di volo e zona poppiera della nave, attrezzata con quella che sembra essere una piattaforma per operazioni con UAV ad ala rotante (o comunque VTOL), ma di dimensioni comunque limitate.
L'articolo completo, con tutti i dettagli sulla SHAHID BAGHERI e sui droni e velivoli imbarcati, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 6/25, in uscita venerdì 21 febbraio.
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