
Nel corso dell’ultimo anno, i famigerati droni GERAN-2 russi sono stati modificati per aggiungere nuove capacità.
Innanzitutto, ricordiamo come con la produzione in Russia (presso la fabbrica di Yelabuga in Tatarstan) siano state apportate le prime modifiche, come per esempio l'uso della fibra di vetro rispetto alla fibra di carbonio intrecciata per la fusoliera e l'integrazione di elettronica di fabbricazione russa.
Tra le modifiche principali apportate nell’ultimo anno troviamo quelle alla testa in guerra, volte ad aumentare la letalità e la flessibilità di impiego del drone, e quelle al sistema di guida, al fine di aumentare la resistenza al jamming e alla guerra elettronica ucraina.
Per quanto riguarda le teste in guerra dei GERAN-2, ad oggi, grazie a frammenti o parti rinvenute a seguito di attacchi, è possibile stabilire l’esistenza di almeno 5 diversi tipi di testata. A queste si è aggiunta una sesta testa in guerra da 90 kg di esplosivo, la cui esistenza è stata confermata a gennaio 2025, a seguito del rinvenimento di un esemplare sostanzialmente intatto (in foto, a sinistra) dopo l’abbattimento di un GERAN-2.
Le modifiche più interessanti riguardano però il sistema di guida dei droni, che ha visto l’introduzione di diverse soluzioni per resistere alla guerra elettronica ucraina (jamming e spoofing). Tra di esse troviamo, ad esempio, l’adozione di modem 3G/LTE per connettersi alla rete internet mobile via SIM card, al fine di sfruttare la stessa per la navigazione, il controllo e la trasmissione di dati e video in tempo reale.
Un’altra novità è l’introduzione di nuove antenne CRPA (Controlled Reception Pattern Antennas): si tratta di sistemi avanzati di ricezione satellitare progettati per resistere a disturbi e interferenze che utilizzano una configurazione multi-antenna e tecniche di beamforming adattivo al fine di ridurre gli effetti del jamming, bloccando segnali indesiderati e migliorando la ricezione del segnale GNSS utile.
Oltre alle modifiche dei GERAN-2, secondo l’intelligence ucraina, i Russi avrebbero sviluppato un nuovo modello del drone, denominato GERAN-3, che, riprendendo quanto fatto con lo SHAHED-238, è dotato di un motore turbogetto, il quale garantirebbe una velocità di punta di 600 km/h, con un’autonomia sempre intorno a 2.000/2.500 km.
L'articolo completo, con tutti i dettagli sulle modifiche dei GERAN-2, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 6/25, in uscita venerdì 24 febbraio.
Seguiteci sui nostri canali Telegram, Facebook, X e YouTube.