
È partita oggi, come al solito presso il gigantesco ADNEC (Abu Dhabi National Exhibition Center), la più importante mostra della Difesa del Medioriente, IDEX, giunta alla sua 17a edizione, mentre l’annessa mostra navale, NAVDEX, è alla sua 8a edizione. I numeri quest’anno segnano un nuovo record, e nello spazio tra IDEX e NAVDEX, tradizionalmente riservato alle dimostrazioni LIVE, quest’anno è sorta una nuova mega hall.
IDEX è sempre più la vetrina delle ambizioni di un Paese giovane, ma ormai assurto a potenza regionale, capace di proiettare influenza in tutto il Medioriente e, soprattutto, in Africa. Una proiezione sostenuta da visione strategica, leadership – con l’alter ego di MBS (Mohamed Bin Salman), ovvero MBZ (Mohamed Bin Zayed, Al Nayan, il Presidentissimo della Federazione dei 7 Emirati) – e risorse. In Africa, gli EAU sono diventati un attore importante, di riferimento, acquisendo porzioni di influenza sempre maggiori. Negli ultimi anni, Abu Dhabi ha formalizzato partnership strategiche con diversi Paesi – dall’Angola, alla Somalia, passando per l’Egitto e il Congo – in settori che spaziano dalla Difesa (le corvette all’Angola siglate proprio durante l’IDEX di 2 anni fa, ma non solo) – alle infrastrutture (a cominciare dai porti), al food, senza dimenticare l’importazione di metalli e materie prime critiche. Insomma, una politica estera e di sicurezza spregiudicata, a 360°, che va ben oltre le ridottissime dimensioni umane del Paese e che è accompagnata da un’ininterrotta crescita del comparto industriale della Difesa.
Se questo 20 anni fa era totalmente dipendente dall’esterno, oggi sta crescendo in know how con attori di tutto rispetto (relativamente al panorama locale): nella cantieristica, Abu Dhabi Ship Building (ADSB), in campo unmanned, ADASI, nel settore terrestre, Nimr, e in quello missilistico, Halcon, ecc. Il tutto, sotto l’ombrello della mega holding di Stato, EDGE, con cui gli Al Nayan stanno cercando di razionalizzare il settore e renderlo più forte. EDGE si presenta con un enorme padiglione che occupa in pratica un’intera hall e con diversi prodotti, in particolare in campo unmanned, dove abbondano proposte in parte già viste (il MALE REACH-S, ordinato in 100 esemplari dalla Difesa emiratina) ma in parte anche nuove (SINYAR LAR 3P e i RUAV della controllata svizzera ANAVIA, HT-200/750; questi ultimi ordinati di recente in 200 esemplari dal cliente emiratino). Parallelamente, sono cresciute le Forze Armate locali che, considerato un manpower necessariamente ridotto, hanno puntato tutto sulla tecnologia e le capacità. Venti giorni fa è stato consegnato da Dassault il primo RAFALE F4 (lo standard attualmente più evoluto con, tra l’altro, nuovo pod di targeting TALIOS, radar AESA RBE2 migliorato e casco integrato SCORPION). Il velivolo, seriale 1101, che resterà in Francia per condurre una campagna di test (gli Emiratini sono soliti pagare lo sviluppo degli aerei francesi… era stato così anche per il MIRAGE 2000-9), è parte di una mega commessa da 17 miliardi di euro che comprende la fornitura di ben 80 esemplari, e che entrerà nel vivo il prossimo anno con l’arrivo dei primi RAFALE negli EAU. I RAFALE F4 rimpiazzeranno gli ottimi MIRAGE 2000-9, che già adesso gli EAU stanno cercando di piazzare sul mercato del second hand: in realtà il prodotto, veramente poco usato e usurato, è molto caro, data, appunto, una vita a fatica che promette di essere ancora lunga e quello che c’è a bordo.
In campo navale, sempre di recente (metà gennaio), è stata varata la prima corvetta leggera missilistica FALAJ 3 per la Marina nazionale (progettata dalla singaporina ST Engineering), su un totale di 4 unità ordinate nel 2021 (valore di circa 960 milioni di euro). La nave è presente nella banchina di NAVDEX ed è caratterizzata da un CMS e un sistema di combattimento di marca Leonardo. La bomba, però, è attesa in questi giorni, quando dovrebbe essere annunciata la fornitura di 8 FALAJ 3 alla Marina del Kuwait - con presumibilmente la stessa configurazione delle unità della Marina Emiratina - ma su questo vi aggiorneremo al momento opportuno. In ogni caso, si tratta dell’ulteriore testimonianza del peso che la cantieristica degli EAU ha ormai assunto.
Detto degli EAU, veniamo alle aziende italiane, presenti in maniera massiccia al salone. Del resto, tra Italia e EAU è in corso un profondo reset dei rapporti, dopo la grande crisi degli scorsi anni (quando si lanciavano editti anti-emiratini, senza arte né parte, su Facebook...), che è nelle cose, considerando che gli EAU sono il principale partner commerciale del nostro Paese in Medioriente con un interscambio di poco inferiore ai 9 miliari di euro annui. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto sarà qui da domani, mentre il 24 febbraio MBZ sarà in Italia, imprevisti permettendo, per consolidare quel rapporto anche personale che si è creato con la Presidente del Consiglio Meloni. Sul fronte industriale, Leonardo è presente con i suoi CMS e i suoi sistemi di combattimento su pressoché tutte le unità della Marina Emiratina – le citate FALAJ3, la LPD venduta dagli indonesiani di PTPal, impostata a giugno 2024, e le corvette vendute da ADSB all’Angola – ma l’azienda di Piazza Montegrappa sta spingendo molto anche sugli elicotteri, a cominciare da quel tanto bistrattato AW-149 che, però, negli ultimi tempi sta vedendo notevolmente crescere la sua appetibilità sul mercato (vedi il caso della Malesia, per esempio). Fincantieri ha lanciato lo scorso maggio la joint venture locale MAESTRAL, di cui il 51% è posseduto da EDGE. La joint sta muovendo i primi passi ed oggi è stato annunciato un contratto quinquennale da 500 milioni di euro per il supporto da parte della stessa MAESTRAL a tutte le unità della Marina Emiratina. È chiaro, però, che l’obiettivo di MAESTRAL è cogliere tutta una serie di opportunità, per la realizzazione di nuove unità, tanto per la locale Marina quanto per le Marine di quei Paesi che hanno forti rapporti con gli EAU, in Africa, ma pure in Asia (Egitto, Filippine e Malesia, su tutti).
Su ELT Group c’è veramente poco da dire. L’azienda della famiglia Benigni è radicata negli EAU da più di 40 anni. Una partnership veramente solida, che non ha risentito neppure della crisi dei rapporti tra Roma e Abu Dhabi di cui si parlava prima e che negli ultimi 2 anni è cresciuta ulteriormente. Nel corso dell’ultima edizione di IDEX, ELT Group, lo ricorderete, ha sottoscritto un accordo con la locale ETIMAD per il supporto in loco dei propri sistemi EW (diffusi tanto sulle navi quanto sugli aerei). ETIMAD è stata acquisita da EDGE e ciò chiaramente rende le prospettive di ELT Group nel Paese ancor più promettenti: non a caso proprio oggi è stato sottoscritto un MoU tra ELT Group ed EDGE, il cui obiettivo è arrivare alla creazione di una joint venture locale con un focus specifico sul settore navale.
In campo europeo, MBDA è presente negli EAU a più livelli. Si parlava prima della commessa RAFALE: ebbene, per il colosso missilistico europeo è in ballo un weapon package veramente importante (aria-aria e aria-superficie, standoff e non), poi c’è la cooperazione con la locale Tawazun per lo sviluppo delle armi network-centriche di nuova generazione SMART CRUISER e SMART GLIDER e il navale, con le forniture per le FALAJ3 – sistema sup-aria VL-MICA, ancora il contratto non è stato formalizzato, e EXOCET, invece già a bordo con 2 complessi inclinati binati – e per le 2 corvette pesanti GOWIND/BANI YAS (VL-MICA, 16 missili [2 file da 8], e EXOCET, 2 complessi quadrupli), consegnate a novembre 2023 e giugno 2024.
Per il resto, cresce la presenza dell’industria israeliana, con un padiglione praticamente triplicato in termini di dimensioni rispetto a 2 anni fa. Del resto, i rapporti tra Israele e EAU, dopo gli accordi di Abramo, si stanno consolidando, e questo a dispetto della… sproporzione della reazione israeliana a Gaza. Gli affari sono affari. Pure i Russi non scherzano. Mosca mantiene una sua influenza nel Medioriente, su questo non c’è dubbio, al di là degli sforzi occidentali per isolarla, e con gli EAU il rapporto è speciale, con spericolate triangolazioni e non solo. Insomma, la Russia ha buoni amici fuori da Europa e Nord America: gli EAU sono uno di questi.
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