
Nel corso della conferenza WEST 2025 organizzata dall’AFCEA (Armed Forces Communications & Electronics Association) e svoltasi a San Diego dal 28 al 30 gennaio, il Vice Admiral Daniel Cheever, responsabile dell’Aviazione Navale dell’US Navy, ha dichiarato che i primi esemplari di produzione iniziale dell’MQ-25A STINGRAY di Boeing faranno il loro debutto a bordo di una portaerei statunitense – si parla della THEODORE ROOSEVELT - nell’estate del 2026.
L’attenzione dell’US Navy è al momento rivolta alla funzione di rifornimento in volo prevista per lo STINGRAY, ma lo stesso Cheever ha riconosciuto - senza tuttavia entrare nei dettagli - che il velivolo ha le potenzialità per svolgere anche altre tipologie di missioni. I voli degli esemplari prototipici dello STINGRAY andranno avanti per tutto il 2025 e rappresenteranno altrettante opportunità per verificarne l’integrazione secondo un concetto rigorosamente manned-unmanned.
Il primo prototipo del drone, noto me T-1 e realizzato nell’ambito del programma UCLASS (Unmanned Carrier Launched Airborne Surveillance and Strike), e dunque relativo a missioni di sorveglianza e attacco, è stato testato a bordo della portaerei GEORGE H.W. BUSH alla fine del 2021 (in foto). Nel frattempo, il programma UCLASS è stato rimodulato per ottimizzare il drone per l’aviorifornimento, realizzando un UAV in grado di trasportare circa 7 t di combustibile avio entro un raggio d’azione di 500 miglia. Lo STINGRAY è lungo quasi quanto un SUPER HORNET e ha un’apertura alare simile a quella di un HAWKEYE.
Tuttavia, alcuni ritardi nell’approntamento dei primi esemplari a basso rateo produttivo dello STINGRAY ne hanno finora impedito l’integrazione sulle portaerei statunitensi. Le dichiarazioni dell’Ammiraglio Cheever e dei suoi collaboratori implicano l’impegno di Boeing nella risoluzione dei problemi che hanno causato il ritardo.
In ogni caso e sempre secondo i responsabili dell’US Naval Aviation, l’insieme delle attività d’integrazione dello STINGRAY rappresentano un’opportunità per lo sviluppo di altre modalità d’impiego dei droni imbarcati, destinati a diventare degli adjunct dei velivoli pilotati e quindi incrementare le capacità complessive dei wing presenti sulle portaerei statunitensi.
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