
Dall’inizio del 2024 al gennaio 2025, sono stati effettuati 85 attacchi da parte delle Forze Armate Ucraine verso raffinerie e depositi di carburante russi. Di questi, 31 erano mirati esclusivamente alle raffinerie.
L’obbiettivo iniziale ucraino era quello di colpire uno dei motori principali dell’economia russa, ovvero il settore petrolifero. Questo aveva un duplice scopo, da una parte si sarebbe danneggiata direttamente l’economia russa e conseguentemente lo sforzo bellico, mentre dall’altra il possibile aumento dei prezzi del carburante avrebbe dovuto far crescere il malcontento tra la popolazione.
I danni provocati da questi attacchi, effettuati principalmente con droni suicidi a lungo raggio, hanno effettivamente avuto un impatto anche se esclusivamente nel breve periodo. Secondo il Center for Research on Energy and Clean Air, la produzione di carburante russa, paragonando lo stesso periodo del 2023, è scesa da 850.000 tonnellate al mese a 770.000 tonnellate nei mesi di aprile e maggio 2024. A luglio, la raffinazione del petrolio russo si era ridotta di circa il 17% rispetto all’anno precedente. Tuttavia i prezzi all’ingrosso dei carburanti russi sono rimasti estremamente stabili, e le unità di raffinazione sono tornate in funzione dopo 2 o 3 settimane di riparazioni, non andando ad inficiare in maniera significativa sull’export. Quest’ultimo, infatti, secondo il CREA, è diminuito solo del 2% nel 2024 ma ha fruttato il 6% in più rispetto al 2023.
Le vere perdite subite dalla Russia a causa dell'ondata di attacchi alle raffinerie sono il costo delle riparazioni, probabilmente nell'ordine di decine di milioni di dollari per impianto. Una somma elevata rispetto ai costi degli attacchi, ma molto lontana dall’intaccare seriamente l’economia russa. Secondo il servizio russo della BBC, la strategia degli attacchi ucraini alle infrastrutture petrolifere russe è cambiata. Questo “cambio di rotta” ucraino è dovuto allo scarso impatto degli attacchi sull’economia russa. Mentre ormai risulta ben chiaro il nuovo obbiettivo di Kiev: impattare sulla disponibilità di carburanti e lubrificanti d’impiego aeronautico, con lo scopo di limitare le capacità operative dell’Aeronautica Russa.
A partire dalla primavera del 2024, l'attenzione si è spostata principalmente sulle strutture utilizzate per la fornitura di attrezzature militari, e i depositi di carburante. La frequenza degli attacchi ucraini è in crescita, dall’inizio del 2025 sono stati lanciati già 5 importanti attacchi.
Il primo, l’8 gennaio, nell’oblast di Saratov, ha colpito l’impianto di carburante Kristall che serve la base aerea di Engels-2, nella quale sono presenti diversi bombardieri strategici della VKS come i Tupolev Tu-95, i Tu-22 e i Tu-160, utilizzati per gli attacchi missilistici sull’Ucraina. Il secondo attacco, il più massiccio, che ha visto l’utilizzo sia di droni che di missili STORM SHADOW, è stato effettuato il 14 gennaio. Si tratta di uno dei più grandi attacchi di droni mai condotto da parte dell’Ucraina contro la Russia. In questo caso è stato preso di mira un deposito di bombe UMPK ad Engels, mentre risultano essere stati bersagliati alcuni impianti industriali presso le città di Saratov e Bryansk. Colpito, inoltre, lo stabilimento Kazanorgsintez in Kazan. Il terzo attacco è stato lanciato il 16 gennaio e ha preso di mira il deposito petrolifero di Liski nell'oblast russo di Voronezh. Il quarto attacco, effettuato il 18 gennaio, ha colpito il deposito di carburante Rosneft, nei pressi di Lyudinovo nell’oblast di Kaluga. Il quinto ed ultimo attacco, sferrato il 20 gennaio, ha preso nuovamente di mira il deposito di carburante di Liski provocando un nuovo incendio. Inoltre è stato bersagliato anche l’impianto aeronautico di Smolensk, anche se i danni non risultano ancora chiari.
La VKS, in risposta, ha continuato a sferrare pesanti attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine, specialmente nel periodo novembre 2024-gennaio 2025. Il 17 novembre, circa 120 missili da crociera e 90 droni GERAN-2 hanno colpito diversi obbiettivi negli oblast di Lviv, Ivano-Frankivsk e Rivne. Nella notte tra il 27 e il 28 novembre i Russi con un massiccio strike, sono tornati a colpire l’infrastruttura energetica Ucraina in tutto il paese. Nell’attacco sono stati impiegati circa 200 GERAN 2 e un centinaio di missili, quasi tutti da crociera, tra cui: circa 30 KALIBR lanciati dalle unità navali della flotta del Mar Nero, 70 Kh-101 d’impiego aeronautico e infine una ventina di S-300 in modalità sup-sup contro Kharkiv. Il giorno di Natale, il 25 dicembre 2024, i Russi lanciano un nuovo attacco utilizzando circa 80 missili da crociera, sia KALIBR che Kh-101, unitamente ad un centinaio di GERAN-2. L’ultimo imponente attacco missilistico all’infrastruttura energetica Ucraina risale al 15 gennaio, con l’utilizzo da parte della VKS di 70 missili tra Kh-101e Kh-22, in congiunzione ai KALIBR dalle unità della flotta del Mar Nero. Nell’ultima settimana, dal 15 gennaio al 22 gennaio, si registrano esclusivamente strikes di droni GERAN-2, secondo l’Aeronautica Ucraina, i Russi ne avrebbero utilizzati circa 650.
Da monitorare invece è il trend decrescente sull’utilizzo dell’Aviazione tattica. In particolare la diminuzione significativa di attacchi con bombe plananti UMPK. I dati relativi al mese di ottobre 2024 registrano un picco di 1100 UMPK, mentre nel mese di novembre ne sono state sganciate circa 600. Rispetto allo stesso mese del 2023, si tratta comunque di una media superiore (600 UMPK a fronte delle circa 500 del novembre 2023). Nonostante ciò, il trend più recente indica un andamento fortemente decrescente, in particolare a partire da metà novembre 2024, con circa 50 FAB sganciate. A dicembre, secondo le geolocalizzazioni video, risultano solo 19 strikes, mentre al 21 gennaio 2025 ne sono stati rilevati 13. Questi numeri non sono chiaramente esaustivi sull’effettiva totalità di UMPK utilizzate, ma dimostrano un calo notevole rispetto alle referenze video dei mesi precedenti. La diminuzione dell’impiego delle bombe UMPK, sganciate dai caccia tattici della VKS, potrebbe essere sintomo dell’efficacia della strategia Ucraina di intaccare la disponibilità Russa di carburanti e lubrificanti d’impiego aeronautico. Quest’ultima, seppur inserita all’interno di altri fattori sia strutturali che contingenti, potrebbe limitare nel lungo termine l’impatto della VKS nel conflitto.
Seguiteci sui nostri canali Telegram, Facebook, X e YouTube.