RIVISTA ITALIANA DIFESA
Problemi e diserzioni per la 155a Brigata Meccanizzata ucraina 08/01/2025 | Igor Markic

Continua la saga della 155a Brigata Meccanizzata ucraina ANNA DI KIEV di cui ci siamo recentemente occupati, e sulla quale vale la pena tornare a causa di elevate aspettative che, al primo impiego organico, verificatosi a nell’ultimo mese dell’anno appena trascorso, non risultano essere state soddisfatte.

Assegnata al fronte di Pokrovsk, difatti, la ANNA DI KIEV ha subito immediatamente importanti perdite di LEOPARD 2; ma, soprattutto, non è affatto giunta sulla linea del fuoco con i suoi 5.800 effettivi, in quanto ben 1.700 di essi sono risultati mancanti all’appello. Avevamo precedentemente notato come la Brigata, tornata da un intenso addestramento condotto in Francia (e in parte in Polonia) nell’autunno dello scorso anno, tardasse ad essere impiegata operativamente per via di note lacune in termini di dotazioni di droni e sistemi C-UAV e da guerra elettronica, nonostante fosse costata ben 900 milioni di euro, l’80 % dei quali calcolabili sulla base del materiale francese (CAESAR, VAB, AMX-10) e spagnolo (carri LEOPARD 2) ricevuto.

Ora sappiamo che c’è dell’altro, e, soprattutto, lo sa anche l’SBU, che ha aperto ufficialmente un’inchiesta circa il clamoroso alto rateo di diserzioni, in concomitanza con la decisione del Capo di Stato Maggiore ucraino, Generale Oleksandr Syrsky, di silurare il comandante della Brigata, Generale Dmytro Ryumshin, e buona parte del suo staff. Si era già vociferato circa una cinquantina di diserzioni verificatesi durante l’addestramento su terra francese. Oggi sappiamo che, in realtà, fra marzo e ottobre del 2024 (cioè il periodo in Francia), i disertori sono stati ben 935. Classificati, secondo la giustizia militare ucraina, come una sorta di AWOL (Absence Without Official Leave), è ignoto quanti di essi siano poi davvero rientrati al reparto, ed è probabile che possano considerarsi a tutti gli effetti disertori. Inoltre, è stato reso noto come circa 2.550 militari che parteciparono ai primi mesi d’addestramento in Francia fossero stati, già a metà estate, rimpatriati per rimpinguare unità in linea dissanguatesi sui fronti. Il che ha comportato che i rimpiazzi, inviati in Francia ad autunno, di questi 2.550 abbiano poi partecipato a un programma addestrativo dimezzato, con scarsissimo amalgama con i rispettivi reparti. Difatti, è fra tali militari che si sono poi verificati gli altri casi di AWOL/diserzione poi avvenuti in Patria (cioè l’aliquota dei 1.700 totali, non comprendenti i menzionati 935). Al momento sarebbero circa 500 i militari “rogue” rientrati ai reparti.

A queste situazioni, comunque, si è aggiunto anche lo sfortunato caso della morte improvvisa, per attacco di cuore, di uno dei più alti ufficiali della Brigata. Ma è evidente che, in realtà, vi siano ben altri problemi strutturali in questa grande unità (che poi sarebbe la più grande fra tutte le brigate dell’Esercito Ucraino). Una rapida analisi sui social media ampiamente utilizzati dai militari ucraini mostra diagnosi impietose che, più o meno, convergono su un punto fondamentale: una generalizzata sfiducia delle truppe della Brigata sull’unità stessa. Essa sarebbe motivata dalle seguenti argomentazioni, piuttosto ricorrenti:

- l’addestramento ricevuto dai Francesi, in quanto giudicato non adatto alla realtà della guerra in Ucraina (leggasi: l’assenza di aspetti di drone warfare e counter-drone warfare);

- correlato a questo (come del resto avevamo già indicato) l’assenza stessa di droni (a parte una minuscola aliquota di 137 MAVIC 3, del quale il personale destinato all’impiego aveva una scarsissima esperienza), equipaggiamenti da guerra elettronica, e persino corazze reattive e griglie passive di protezione per carri e veicoli corazzati;

- l'insufficiente presenza sia di ufficiali subalterni fra le sub-unità tattiche della Brigata che di personale specialistico in grado di assicurare davvero il pieno e corretto funzionamento del materiale occidentale ricevuto (e infatti sembra che VAB e AMX-10 non vengano nemmeno impiegati operativamente, al pari dei mortai da 120 mm, mentre i CAESAR vengono impiegati per missioni di fuoco molto basiche);

- quasi assoluta mancanza (valutata attorno al 95 %) di personale con pregressa esperienza di combattimento;

- il fatto che la Brigata, al suo rientro in Patria, sia stata inizialmente assegnata la fronte di Pokrovsk senza il Comando e il suo staff, in gran parte ancora impegnato in addestramento in Francia!

Sembra che a novembre, quando la Brigata era già in Ucraina, lo Stato Maggiore ucraino si fosse accorto del disastroso stato delle cose, e avesse cercato di correre ai ripari tramite sessioni di addestramento intensivo condotto da parte di personale con grande esperienza operativa tratto dalla 10° Brigata da Montagna. Soprattutto, la prontezza della Brigata era stata classificata ufficialmente “non idonea”. Considerazioni politiche, però, nel giro di qualche settimana, l’hanno portata a dichiararla “soddisfacente”, e da qui sono cominciati i primi afflussi di aliquote dell’unità sul fronte di Pokrovsk, con i risultati di cui abbiamo già parlato.

Si dice che la Brigata sia stata oramai sciolta, cosa che a noi ancora non risulta (anche se una decisione in tal senso potrebbe senz’altro essere imminente). Sta certamente venendo utilizzata come sorta di “force provider” dei suoi pochi assetti più o meno efficienti a beneficio di altre unità di ben altra esperienza che si trovano impegnate sul fronte di Pokrovsk, quali il 108° Battaglione Meccanizzato Indipendente LUPI DA VINCI, la 25° Brigata Aviotrasportata, e la 68° Brigata Cacciatori. Forse questi assetti guadagneranno la necessaria esperienza operativa, e staremo a vedere se questo rivitalizzerà la 155a Brigata Meccanizzata. Altrimenti, qualora lo smantellamento della Brigata fosse confermato, sarà forse il caso di inaugurare un nuovo approccio alla “force generation” ucraina: non più grandi unità da costituirsi con reparti raccogliticci amalgamati alla rifusa, ma assetti tattici da aggregarsi a rinforzo/rimpiazzo di unità di grande esperienza con cui e da cui generare il necessario affiatamento e trarre gli indispensabili insegnamenti.

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(In foto: militari ucraini della 155a Brigata Meccanizzata in addestramento in Francia con i semoventi ruotati CAESAR.)


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