RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’evoluzione dell’impiego dei droni nella Guerra in Ucraina 23/12/2024 | Tommaso Massa

Il conflitto in Ucraina ha rappresentato un banco di prova senza precedenti per l’utilizzo dei droni in ambito militare, trasformandoli da strumenti di nicchia a protagonisti indiscussi del moderno campo di battaglia. Per la prima volta in un conflitto simmetrico, ad alta intensità e lunga durata, questi sistemi sono stati impiegati su larga scala, dimostrando una versatilità e una pervasività capaci di cambiare dottrine e concetti operativi. Dai raid strategici in profondità alle operazioni tattiche sul terreno, i droni si sono affermati come un vero game changer, ridefinendo i concetti di ricognizione, attacco e supporto operativo, e aprendo nuove prospettive sull’evoluzione della guerra contemporanea.

Gli esordi

Dopo la prima settimana di guerra, intorno a inizio marzo 2022, hanno fatto la comparsa i primi UAV utilizzati dalle forze russe. Si trattava nello specifico degli UAV da ricognizione armata ORION e degli aerobersagli E-95M, questi ultimi utilizzati come esche per localizzare e profilare i sistemi antiaerei ucraini. Sempre a partire da marzo 2022 si sono visti anche i primi droni, dai “tattici” FORPOST (UAV SEARCHER dell’israeliana IAI realizzati su licenza) ai "sub-tattici" ORLAN-10 e Avia A1-SM FURIA, utilizzati invece per attività ISR e di targeting a favore dell’artiglieria.

Dall’altra parte dello schieramento, in questa fase iniziale delle operazioni militari, gli Ucraini hanno invece utilizzato il principale UAV a loro disposizione, il drone turco da ricognizione armata BAYRAKTAR TB-2, per colpire le colonne di mezzi russi in avanzata. In particolare, dato lo scarso coordinamento tra i movimenti delle forze terrestri russe e i sistemi mobili di difesa aerea a medio e corto raggio, nonché, in alcuni casi, il loro mancato utilizzo (con sistemi tenuti “spenti”), la campagna dei TB-2 contro le colonne russe è stata piuttosto efficace. Le forze di Kiev si sono dimostrate abili a combinare i droni per la ricognizione e l’attacco con i team mobili controcarro e il fuoco d’artiglieria, infliggendo un elevato tasso di perdite alle colonne meccanizzate, motorizzate e logistiche russe. In molti casi, le forze russe in avanzata venivano individuate dal drone, che trasmetteva l’informazione ai team controcarro a terra, i quali provvedevano ad attaccare la colonna, possibilmente i veicoli in testa e in coda alla stessa per immobilizzarla. Quando non erano presenti team a terra, era il drone che provvedeva direttamente a colpire testa e coda delle formazioni russe, per poi passare le coordinate alle unità di artiglieria che “finivano” il resto della colonna. Ovviamente, le operazioni ucraine con i TB-2 sono state possibili anche grazie al mancato raggiungimento della superiorità aerea da parte dei Russi, oltre che alle succitate problematiche relative alla difesa aerea mobile. A inizio guerra, le forze di Kiev disponevano di una ventina di UAV turchi BAYRAKTAR TB-2, con consegne aggiuntive di un numero non specificato di esemplari (dovrebbe trattarsi di una decina di UAV) a ostilità in corso. Oltre ai droni turchi, le forze ucraine hanno impiegato in questa fase i droni da ricognizione turbogetto Tu-141, utilizzati, analogamente agli E-95M russi, come esche per localizzare i sistemi antiaerei avversari.

L’efficacia dei droni BAYRAKTAR è andata scemando via via che i Russi hanno modificato la composizione delle proprie colonne, con l’aggiunta di sistemi antiaerei PANTSIR S1/S2, TOR-M2, e BUK, anche se almeno per i primi 2 mesi i TB-2 hanno continuato a mietere numerose vittime in diversi settori del fronte (e anche sul mare, nelle operazioni ucraine per riconquistare l’Isola dei Serpenti). Ricordiamo, infine, come i BAYRAKTAR abbiano probabilmente partecipato all’operazione di attacco contro l’incrociatore lanciamissili MOSKVA, poi affondato, il 14 aprile. In totale, nel corso della guerra, su circa 35 TB-2 gli Ucraini ne hanno persi 25.

Giusto per farsi un idea del basso (rispetto ad oggi) volume di impiego degli UAV, nelle prime 2 settimane di guerra i Russi hanno perso 2 UAV ORLAN-10 e un aerobersaglio E-95M, mentre gli Ucraini 2 droni da ricognizione turbogetto Tu-141, 2 LELEKA 100 e 1 BAYRAKTAR TB-2 (abbattuto da un TOR-M2 nei pressi di Chernobyl). Sempre nelle fasi iniziali del conflitto, i Russi hanno iniziato ad utilizzare mini UAV da ricognizione, ma si è trattato di un impiego limitato (anche per via dei pochi “dronisti” presenti con le forze terrestri).

L'impiego dei droni è cresciuto sempre più in fretta, e, a cavallo tra marzo e aprile 2022, sono aumentate le sortite di UAV russi da ricognizione (principalmente ORLAN-10, ELERON-3) ma anche da attacco (ORION e FORPOST-R). Nello stesso periodo, gli Ucraini hanno invece incrementato l’utilizzo dei TB-2 e pure degli UAV da ISR (UJ-22, oltre a quelli citati in precedenza), e, per la prima volta nel conflitto, si sono visti piccoli quadricotteri di origine commerciale sganciare granate RKG-1600 su veicoli e postazioni russe.

L’articolo completo è pubblicato su RID 01/25, disponibile online e in edicola.

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