L’agenzia Defence and Security Accelerator (DASA) britannica ha lanciato una consultazione esplorativa con le industrie del settore con l’obiettivo di scoprire possibili soluzioni per un nascente requisito del British Army per una piattaforma uncrewed aerolanciata per ricognizione e strike.
DASA è alla ricerca di soluzioni a un buon livello di maturità tecnologico, dal Technology ReadinessLevel 4 in su. Il livello 4, sulla scala TRL – che ha 9 livelli – implica che la soluzione proposta deve essere stata validata almeno in laboratorio e quindi in grado di procedere abbastanza rapidamente verso sperimentazioni dal vivo.
La DASA aggiunge che, “idealmente”, le soluzioni proposte dovrebbero essere “integrabili” nel giro di 12 mesi. La ricerca di mercato guarda, nello specifico, a sistemi aero-lanciati (Air Launched Effects: Revolutionary Deployment Systems).
Il requisito del British Army è per una piattaforma “Deep Recce Strike” (ricognizione e attacco in profondità) capace di operare su distanze superiori agli 80 km. A questa piattaforma è richiesta una capacità Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance (ISTAR) che le consenta di scovare e identificare bersagli in un ambiente dinamico, consentendo all’operatore di confermare la scelta dei bersagli. La piattaforma dovrà poi portare a segno dei droni suicidi “one-way effector” (OWE) per eliminare quei bersagli: non è chiaro se DASA voglia “solo” un sistema di guida o se alla piattaforma Deep Recce Strike venga fisicamente richiesto di trasportare e sganciare essa stessa degli OWE.
Si specifica, però, che la piattaforma principale dovrà consentire una prima analisi dei risultati dell’attacco, facilitando un Battlefield Damage Assessment (BDA).
Requisiti fondamentali sono un design modulare che faciliti la produzione e che consenta l’upgrade del sistema nel tempo, soprattutto per far fronte all’evolvere dei sistemi di guerra elettronica e jamming avversari. Particolare attenzione è richiesta per far sì che il drone possa operare in ambienti dove il segnale GPS è fortemente degradato.
Le risposte dell’industria devono pervenire entro mezzogiorno del 4 febbraio 2025. Per quanto non ci sia garanzia che una formale gara d’appalto segua questa ricerca di mercato, il British Army sta puntando molto su sistemi di droni per potenziare le proprie capacità offensive.
L’ultimo sviluppo in questo senso è l’ordine all’azienda britannica Modini per un quantitativo non divulgato di droni “One Way” per complessivi 7,5 milioni di sterline, annunciato il 18 dicembre. Si richiedono consegne molto rapide, e questo con l’intento dichiarato di schierare il sistema in Estonia nell’estate del 2025 con il battlegroup Forward Land Force NATO a guida britannica (Operazione CABRIT).
L’ordine di droni (non meglio identificati, ma probabilmente i droni a getto DART 250 già in produzione per l’Ucraina) rientra nell’ambito del più ampio progetto ASGARD, volto a creare un sistema complesso e distribuito di ricognizione e attacco basato su molteplici sensori, droni e information-sharing digitale.
Ricordiamo anche che ci sono altri 2 programmi aperti: uno per un drone da attacco portatile “Medium Range Precision Strike” e uno per un’arma molto più grande con portata da 600 km e carico bellico da 250kg (BRAKESTOP).
Sul fronte degli Air Launched Effects, diverse attività sperimentali sono in corso dal 2022. Finora hanno riguardato, in particolare, l’elicottero AW-159 WILDCAT e il drone Air Launched Effect ALTIUS 600 di Anduril, testato a Predannak, in Cornovaglia. L’AW-159 WILDCAT AH1 dell’Esercito, ad oggi, è equipaggiato solo di mitragliatrice M3M da 12,7 mm e opera come ricognitore, utility leggero e scorta, ma potrebbe essere facilmente equipaggiato con le stesse ali già in uso sulla variante HMA2 della Royal Navy, che possono supportare fino a 20 missili MARTLET e quindi, potenzialmente, un analogo numero di ALTIUS.
Lo sviluppo di soluzioni Air Launched Effects andrebbe a potenziare enormemente le capacità ISR e offensive del WILDCAT.
Ulteriore “urgenza” è stata creata con la decisione di ritirare anzitempo i droni WATCHKEEPER del 47 Reggimento Royal Artillery. Sebbene al momento sia previsto il lancio di uno specifico programma di rimpiazzo noto come Land Tactical Deep Find, non è da escludere l’emergere di soluzioni “miste”.
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