È entrato il vigore il cessate il fuoco tra Israele e Libano, ovvero Hezbollah. Alla fine, dopo un paio di settimane di trattative serrate, e le forti pressioni dell'Amministrazione Biden, le 2 parti lo hanno accettato di buon grado.
Per Hezbollah ha trattato il vecchio Nabih Berri, speaker del Parlamento e leader di Amal, l’altro partito sciita libanese, visto che ancora ieri Israele stava dando la caccia a Naim Qassem, nuovo Segretario Generale di Hezbollah, con durissimi attacchi aerei nel cuore di Beirut. Volevano uccidere anche lui dopo Nasrallah e Safi Al Din. Non l’hanno trovato.
I falchi del Governo di Tel Aviv, i Ministri Smootrich e Ben Gvir, hanno attaccato l’accordo dicendo che la situazione a nord tornerà come prima e che Israele ha scelto la “quiete per la quiete”. In parte hanno ragione, poi vediamo perché.
Entro 60 giorni, Israele dovrà ritirare le proprie forze dal Libano del sud, “richiamare” i propri aerei e droni dallo spazio aereo libanese, mentre a sud del Litani dovranno esserci solo le LAF (Lebanese Armed Forces). Insomma, si torna al regime della Risoluzione 1701 – che, ricordiamolo, non prevede il disarmo di Hezbollah – con la differenza che questa volta vengono istituiti dei garanti internazionali: USA e Francia. Vedremo, poi, se il mandato di UNIFIL verrà potenziato, come chiede l’Italia, oppure no. Alla fine, vuoto per pieno, si torna al 6 ottobre 2023: i cittadini libanesi hanno già iniziato il rientro nelle loro case a sud del Litani.
Proviamo, in ogni caso, a fare un bilancio di questo anno e passa di guerra tra Israele ed Hezbollah, partendo dal primo.
Israele ha inferto al Partito di Dio un colpo durissimo. Ne ha decapitato il vertice e la struttura direttiva, ne ha disarticolato la logistica profonda e ha colpito in maniera rilevante soprattutto la forza Radwan, la componente di forze speciali, ma non lo ha sconfitto.
Dall’altra parte della barricata, il Libano non vedeva l'ora che passasse la “bufera”. Hezbollah, come si diceva, può tirare il fiato e leccarsi le ferite, profonde, di più di un anno di guerra.
L'analisi completa, con tutti i dettagli sui costi della guerra, è pubblicata su Risk&Strategy WEEKLY 39/24 in uscita venerdì 29 novembre.
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