L’ambizioso piano di Pechino di trasformarsi da una potenza militare prevalentemente terrestre a una a trazione navale, in grado di proteggere gli interessi, soprattutto economici, della Nazione, può ritenersi in espansione a 360º. Oltre all’introduzione di nuovi sensori strategici e navi sempre più performanti ad un ritmo incredibilmente sostenuto, le Forze Armate cinesi (PLA) hanno avviato, ormai da anni, una significativa revisione delle proprie forze anfibie.
Con la riforma avviata nel 2017, l’Esercito Cinese ha, infatti, riorganizzato le precedenti 2 divisioni anfibie meccanizzate (la 1ª e la 124ª ) e la 14ª Brigata corazzata anfibia, in 6 nuove Brigate anfibie multi-arma (ACAB – Amphibious Combined Arms Brigade) dotandole di nuove capacità e nuovi sistemi d’arma, ora completamente basate sui cingolati da combattimento anfibi Type 05 e sui ruotati anfibi 8x8 Type 08. A tali neo-costituite unità dell’Esercito, si aggiunge un Corpo di Marines (PLANMC), parte della Marina Cinese, anch’esso rinnovato, che ha ormai raggiunto i 50.000/60.000 effettivi.
Nonostante la principale missione, potenziale, più o meno dichiarata, di agire quale elemento di punta di una possibile invasione di Taiwan, le nuove forze anfibie di Pechino possono essere considerate come un’ulteriore opzione in possesso alla leadership del Partito Comunista Cinese (CCP). Tale opzione prevede l’intervento, in prossimità delle proprie coste, o dove richiesto, di una forza anfibia proiettata dal mare, sempre più moderna e all’altezza delle altre Potenze mondiali, a supporto della deterrenza strategica del Paese o quando questa venga meno. Aspetto peculiare, sempre con un pensiero a Taiwan, è il fatto che le unità anfibie cinesi sono effettivamente integrate in unità maggiori; una visione che le rende tuttora puramente ancorate alla conduzione di vaste operazioni anfibie, definite oggi nella dottrina occidentale moderna, JFEO (Joint Forcible Entry Operations), e in quella cinese, nella sua traduzione letterale, Joint Island Landing Campaign (JILC).
L’articolo completo è pubblicato su RID 12/24, disponibile online e in edicola.
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