Ieri l’Europa è improvvisamente tornata ai tempi più bui della Guerra Fredda. Lo strike dimostrativo russo “pre-nucleare” – come lo abbiamo definito – ha dimostrato la disponibilità nell’arsenale di Mosca di un nuovo missile a raggio intermedio dotato di testate multiple indipendenti di rientro (MIRV).
Al di là della sua denominazione – Putin lo ha chiamato ORESHNIK – dovrebbe trattarsi di un RUBEZH o di una sua variante. Il RUBEZH è sempre stato considerato un missile intercontinentale (ICBM), con uno sviluppo partito già nel primo decennio degli anni ‘2000 e una campagna di test avviata nel 2011. Ad un certo punto, però, del suo sviluppo non c’è stata più traccia e si pensava che il programma fosse stato cancellato.
In realtà, col senno di poi, questo è evidentemente continuato sotto mentite spoglie nelle more della fine del Trattato INF, che aveva a partire dal 1987 portato all’eliminazione in Europa dei missili balistici e da crociera a raggio intermedio basati a terra.
E così si arriva allo strike/test di ieri, che ci ha rigettati indietro di 40 anni. In realtà, la fine del regime creato a mezzo del Trattato INF ha radici lontane, in particolare nella decisione dell’Amministrazione Bush “figlio” di uscire unilateralmente dal Trattato ABM (Anti Ballistic Missile) - che limitava il rischieramento dei sistemi antibalistici, in quanto destabilizzanti rispetto allo stabilizzante principio della parità strategica – e di iniziare progressivamente a schierare in Europa uno scudo antimissile.
Gli Americani si sono sempre giustificati dicendo che tale “scudo” fosse rivolto al contrasto esclusivamente dei missili iraniani e nordcoreani diretti contro l’Europa. Tuttavia, Mosca, probabilmente a ragione, ne ha sempre percepito anche il potenziale anti-russo, basti pensare che i lanciatori Mk-41del sistema AEGIS ASHORE possono impiegare anche gli SM-3 Block IIA, che equipaggiano il sito polacco di Redzikowo (inaugurato ufficialmente il 13 novembre 2024) e che hanno acclarate capacità anti-ICBM (con capacità di intercettarli nella loro fase cosidetta intermedia). Da qui, prima lo sviluppo da parte di Mosca del missile cruise 9M729 (SSC-8)a raggio intermedio e poi, appunto, lo sviluppo del RUBEZH, o chi per esso.
Chiaramente, in questo contesto di dissoluzione dei regimi di regolazione degli armamenti, in particolare del succitato INF, si sono mossi anche l’America e l’Occidente. Nel 2026, verrà, difatti, schierata in Germania una batteria TYPHON dell’US Army, equipaggiata con il missile da crociera a lungo raggio TOMAHAWK e il missile polivalente, e costosissimo, SM-6 (un tuttofare che può operare in modalità sup-aria e sup-sup). A ciò bisogna aggiungere, la rimozione del limite dei499 km (previsto dall’INF) per il missile balistico Precision Strike Missile dell’US Army e l'iniziativa European Long Strike Approach (ELSA), lanciata nel luglio di quest’anno da Italia, Francia, Polonia e Germania, per lo sviluppo di un missile cruise basato a terra da oltre 2.000 km di portata. Per rispondere a tale iniziativa, ricordiamo, MBDA sta sviluppando il Land Cruise Missile, un derivato, con diverse migliorie, lanciabile da terra del missile da crociera a lungo raggio SCALP NAVAL.
Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.