Secondo quanto comunicato dalla UAC - il conglomerato aeronautico russo che include le principali aziende aerospaziali russe (MiG, Sukhoi e Tupolev) - lo scorso 10 novembre lo stabilimento KnAAPO di Komsomolsk ha consegnato alle VKS (Forze Aerospaziali Russe) un nuovo lotto di caccia Su-57 FELON (il 2° quest'anno, dopo quello dello scorso settembre) e di Su-35S FLANKER (il 4° del 2024 dopo quelli di aprile, maggio e settembre). Per la precisione, le consegne sono state ultimate nella suddetta data, ma il loro avvio risale almeno ad un paio di settimane prima (probabilmente l’ultima decade di ottobre), dopo il completamento della solita serie di test propedeutici alla loro assegnazione ai reparti dell’Aeronautica. Come spesso accade, né il comunicato né il materiale foto/video allegato consentono di stabilire con certezza il numero di aerei consegnati, sebbene la prassi russa comune preveda lotti di 2/4 velivoli.
Relativamente ai Su-57, alla luce di questa nuova batch e stando alle informazioni disponibili, l’Aeronautica russa disporrebbe di un numero variabile tra 23 e 27 FELON, consegnati in 5 anni e nello specifico: un unico caccia ricevuto nel 2020, 8 nel 2022, tra i 10 e i 12 nel 2023 e tra i 4 e gli 8 consegnati quest'anno A tali aerei potrebbero aggiungersene altri 2/4 entro la fine del 2024, per un totale di circa 30 Su-57, numeri abbastanza accettabili sebbene ancora lontani da quelli necessari a raggiungere il traguardo stabilito nel 2019 che prevedeva 76 aerei da consegnare entro il 2027. Un obiettivo che richiederebbe una produzione annuale di 15 aerei, stante la veridicità delle cifre stimate, attualmente difficile da raggiungere tenuto conto dei continui problemi produttivi in termini di approvvigionamento di componenti e di risoluzione di alcune lacune, come quelle relative all'apparato propulsivo. Va ricordato, infatti, che tutti i FELON finora consegnati sono equipaggiati ancora con i vecchi motori turbofan Saturn AL-41F1/Izdeliye 117, laddove i primi esemplari dotati del nuovo propulsore AL-51F/Izdeliye-30 dovrebbero iniziare ad essere consegnati nel 2025, verosimilmente tra maggio e luglio, dopo la presunta recente conclusione dell’interminabile serie di test. I nuovi motori avranno un’architettura bialbero e saranno costituiti da una ventola a 3 stadi azionata da una turbina a bassa pressione monostadio e da un compressore ad alta pressione a 5 stadi azionato da una turbina ad alta pressione monostadio. Altra differenza rispetto agli AL-41F1 è la presenza di palette della turbina in fibra di vetro e di ugelli con alette seghettate per la riduzione della firma radar. Tali caratteristiche dovrebbero incrementare l'efficienza in termini di riduzione dei consumi di carburante del 12,5% in regime di volo subsonico e di aumentare la spinta a 15.000 kg rispetto agli attuali 14.000, il tutto a parità di peso. Non è ancora chiaro se saranno presenti ugelli per la spinta vettoriale riprogettati con forma maggiormente piatta/schiacciata, e turbine con elevato impiego di componenti in ceramica e nuovi sistemi elettrici e di controllo digitale.
Al netto dei suddetti ritardi e lacune, tuttavia, parrebbe restare forte l’interesse di clienti esteri per il Su-57. A tal proposito, la Russia ha inviato 2 prototipi – di cui uno statico - al recente airshow cinese di Zhuhai, durante il quale sono spuntate alcune voci, solite a presentarsi nel corso o a margine di simili eventi, riguardanti potenziali acquirenti del FELON. A tali voci si sono aggiunte le dichiarazioni dell’AD della Rosoboronexport, Alexander Mikheev, che ha ufficializzato la firma di un contratto con un Paese estero, non specificato, per la fornitura di un numero imprecisato di FELON nella variante SU-57E, suffisso che designa la versione da esportazione di un sistema d’arma russo, solitamente accompagnato da un downgrade capacitivo dello stesso rispetto ai corrispettivi in dotazione alle FFAA russe. Volendo dar credito a tali affermazioni – non esattamente solide, considerate altre identiche avvenute negli ultimi 4/5 anni sia relativamente al Su-57 che al MiG-35 – attualmente l’unico candidato con qualche base di realismo appare l’Algeria, Paese che già 3/4 anni fa aveva manifestato un certo interesse nel velivolo, confermato anche da diverse visite presso lo stabilimento di Komsomolsk ed ispezioni degli aerei da parte di alti ufficiali dell’Aeronautica algerina durante i saloni MAKS 2019 e 2020. Ciò detto, è pur vero che la stessa Algeria viene tirata in ballo da 5/6 anni per la possibile acquisizione di Su-34, ad oggi mai avvenuta, mentre nel corso degli ultimi 2 anni è stata associata all’acquisto dei Su-35S inizialmente previsti per l’Egitto e poi “dirottati” verso l’Iran, ma mai consegnati a causa delle precise richieste di Teheran, ad oggi non soddisfatte, di ottenere formazione e supporto per gestire il più autonomamente possibile la propria flotta di FLANKER. Alla luce di tali richieste, appunto, è rispuntato fuori il presunto interesse algerino a questi aerei. Appaiono ancor meno realistiche le voci di un interesse cinese, considerando la disponibilità dei J-20 e J-35 autoctoni che, dalle poche informazioni disponibili, non hanno molto da invidiare al FELON in termini capacitivi, e che vengono prodotti in tempi decisamente più ridotti del corrispettivo russo. Non avrebbe alcun senso dotarsi di un terzo velivolo di “5ª” generazione, peraltro non cinese e con diverse difficoltà produttive. Molto improbabile, ma per motivi diversi, la pista indonesiana, considerando che Giakarta già non riesce a star dietro ai finanziamenti per il KF-21 BORAMAE in cui sono partner con la Sud Corea. Risulta quantomeno improbabile, quindi, che riescano ad acquistare uno squadrone di SU-57. Un “papabile” cliente potrebbe essere la Corea del Nord, magari tramite accordi di scambio per il supporto pratico che Pyongyang sta fornendo a Mosca con 10/12.000 soldati, centinaia di missili balistici e decine di pezzi d’artiglieria. Va ricordato, infine, che alcuni anni fa anche gli Emirati Arabi Uniti erano stati avvicinati al Su-57, interesse che Abu Dhabi mostrò dopo aver incassato il rifiuto USA riguardo alla possibile entrata emiratina nel club F-35. Ovviamente, tale situazione provò ad essere sfruttata da Mosca in cerca di un munifico partner che potesse aiutare a sviluppare il FELON in numeri e in tempi accettabili.
Ad oggi si può dire che, considerando le sanzioni occidentali imposte a Mosca, in particolare quelle USA previste dal CAATSA, a causa dell’invasione dell'Ucraina, un Paese disposto ad acquistare un sistema d’arma russo dovrebbe essere in grado di perseguire una politica indipendente da quella occidentale, non curandosi degli eventuali attriti derivanti da tale scelta, anche perché forte di un flusso di entrate stabile o di una solida disponibilità finanziaria. Tutti elementi che trovano, in tutto o in parte, riscontro anche nell’eventuale cliente emiratino.
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