RIVISTA ITALIANA DIFESA
Nuovi record per le spese militari russe 11/10/2024 | Igor Markic

Sembra proprio che Mosca, contro ogni previsione fatta all’inizio della guerra, sia in procinto di riuscire ad aumentare del 25 % l’ammontare delle proprie spese militari il prossimo anno, essenzialmente grazie agli attuali prezzi del petrolio.

In sostanza, si dovrebbe arrivare ad un record di 145 miliardi di dollari (cioè circa 14 trilioni di rubli), una crescita di 6 miliardi di dollari (pari a circa 580 miliardi di rubli) rispetto al 2024. Perlomeno, queste sono le cifre ufficialmente riportate sul sito web istituzionale della Duma.

Se questi numeri verranno confermati, corrisponderanno a circa un 6,2 % del PIL, la percentuale più alta mai raggiunta dai tempi dell’Unione Sovietica (che arrivò al 18 % del PIL ai tempi della guerra in Afghanistan; a titolo comparativo, gli USA giunsero al 3,8 % negli anni più “caldi” dell’occupazione dell’Iraq). Si sta parlando di circa il 33 % della spesa pubblica totale, qualora questa riesca a raggiungere gli attesi 437 miliardi di dollari (ovvero circa 42 trilioni di rubli). I problemi produttivi degli equipaggiamenti destinati al procurement militare russo sono noti e, nonostante siano stati attuati sforzi di efficientamento, va sottolineato che queste risorse verranno comunque disperse in mille rivoli di investimenti e spese inutili, controproducenti (quali il comprare da Iran e Corea del Nord, cosa che, alla lunga, impatterebbe sulla bilancia commerciale), o di natura corruttiva.

Vi sono tuttavia molte evidenze che indicano come la Russia sia riuscita, in un modo o nell’altro, ad assicurarsi, nonostante i regimi sanzionatori internazionali, il reperimento di materiali sensibili (quali, ad esempio, chip ed elettronica digitale di qualità).

Sembra che, soprattutto, buona parte dell’aumento delle spese militari saranno destinate a coprire il sostegno di quei ritmi produttivi a pieno regime (24/7) della propria industria degli armamenti raggiunti nel corso di quest’anno. Tale mossa, che ha stupito molti commentatori e analisti, è venuta ad attuarsi tramite il ricorso a turni di lavoro di 12 ore, compensati da aumenti salariali che, in diversi casi, hanno raggiunto anche il 300 % rispetto allo scorso anno. Ai lavoratori vengono spesso assegnati premi di natura quasi stakanovista per coloro disponibili ad aggiungere ulteriori ore di lavoro straordinario.

L'articolo completo, con tutti i dettagli , sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 34/24.

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