RIVISTA ITALIANA DIFESA
Al via la costruzione di una nave multiruolo per la Marina Portoghese 10/10/2024 | Giuliano Da Frè

Il 3 ottobre è iniziata la costruzione della nave multiruolo DOM JOÃO II, destinata alla Marina Portoghese. La cerimonia del taglio della prima lamiera si è svolta nei cantieri dell’olandese Damen di Galati, in Romania, dove sarà completata entro l’autunno 2026 quella che si presenta come un’autentica nave tuttofare, non a caso denominata Multi-Purpose Ship.

Una piattaforma multifunzione lunga quasi 108 m, larga 20 m, e con un dislocamento di oltre 7.000 t che, in parte, varierà a seconda della missione. Infatti il DON JOÃO II, frutto di un progetto da 132 milioni di euro in larga parte finanziato con il PNRR dedicato al Portogallo, si presenta con una molteplicità di funzioni. In prima istanza, è una piattaforma di sorveglianza aeromarittima portadroni e portaelicotteri, grazie alla configurazione tuttoponte.

La nave è, infatti, dotata di un ponte continuo lungo 94 m e con una superficie di circa 650 m2, caratterizzato dalla presenza di una catapulta per droni sino a 600 kg, simile a quella impiegata per gli SCAN EAGLE, mentre a poppa si trova uno spot di decollo per elicotteri anche medio-pesanti tipo AW-101; infine, sul lato di dritta, è presente una sovrastruttura a doppio hangar anche per gli UAV.

La nave, tuttavia, potrà accogliere e operare, grazie a una rampa poppiera e una stazione laterale, anche RHIB e droni di superficie e subacquei, e potrà esprimere capacità anfibie, tramite il potenziale trasporto di 18 veicoli ruotati in un hangar sotto il ponte di volo, in grado anche di ospitare sino a 10 RHIB, in aggiunta ai 4 imbarcati normalmente all’esterno. In alternativa, la nave, dotata di una gru di manovra della portata di 30 t, può essere riconfigurata per operare in scenari di emergenza, anche sanitaria, imbarcando al posto di RHIB e veicoli sino a 12 container ISO20, e un ospedale tipo Role-2 NATO.

I posti letto disponibili per l’equipaggio sono 48, ma c’è spazio, in caso di emergenza, per quasi 300 persone: soldati e/o team di forze speciali, oppure, nella configurazione nave per ricerche scientifiche e oceanografiche, per 42 scienziati e operatori, con spazi modulari per laboratori e zone di sperimentazione. L’apparato motore è ibrido diesel-elettrico, e garantirà 15 nodi di velocità e una buona autonomia.

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