RIVISTA ITALIANA DIFESA
Esercito futuro, la trasformazione dell’EI: un dialogo con Forze Armate, Industria e Politica 03/10/2024 | Redazione

Si è tenuto ieri, presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato a Roma, il convegno “Esercito Futuro, la trasformazione dell’EI” organizzato da RID sulla scia della pubblicazione dell’omonimo Speciale, l’X-Trà n.26, uscito come inserto redazionale al numero di settembre. Nel corso dei lavori sono intervenuti Stefania Craxi, Presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Lorenzo Mariani, Condirettore Generale di Leonardo, Claudio Catalano, Amministratore Delegato di Iveco Defence Vehicles (IDV). Ha moderato l'incontro Pietro Batacchi, Direttore di RID.

L’evento è stato inaugurato dall'intervento dell’Editore di RID, Franco Lazzari, il quale ha evidenziato come, in un contesto geostrategico sempre più complesso e competitivo, sia essenziale disporre di una visione chiara dei fenomeni, al fine di comprenderne appieno le dinamiche e anticiparne le possibili evoluzioni. L’obiettivo dell’X-Trà è proprio questo: offrire, come RID fa da oltre 40 anni, una bussola per orientarsi nel complesso panorama della Difesa, che per decenni è rimasto bloccato in una percezione – illusoria – di pace perpetua. L’Editore ha poi ceduto la parola al Direttore di RID, Pietro Batacchi, che ha sottolineato come, in linea con quanto esposto nell’intervento precedente, l’Esercito Italiano abbia avviato, negli ultimi anni, uno strutturale processo di riforma e di rinnovamento che ha come scopo principale quello di potenziare le proprie capacità, con l’obiettivo di operare al meglio in questa “nuova stagione” di crisi e di conflittualità che, verosimilmente, durerà molto a lungo. “Esercito Futuro” si propone, in quest’ottica, di cogliere e di analizzare tutte quelle lezioni apprese che i moderni campi di battaglia ci forniscono: le più rilevanti provengono, sicuramente, da una guerra convenzionale, come quella in Ucraina, e da una guerra di stampo prevalentemente ibrido e assimmetrico, quale quella mediorientale. Questi eventi ci stanno mostrando tutta una serie di novità e concetti che questo X-Trà ha cercato di fissare, lavorando sugli elementi tecnico-dottrinali, prima ancora che su quelli industriali. Tra gli aspetti chiave affrontati nell’X-Trà, vi sono: la trasparenza del campo di battaglia; l’integrazione con il drone, protagonista indiscusso della Guerra in Ucraina; il ruolo dell’artiglieria a lungo raggio; la “riscoperta del carro armato”; il carattere multidominio delle operazioni; l’importanza delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e il supercalcolo.

A seguire, il Generale Masiello ha messo in luce che la necessità di modernizzare l’Esercito sia nata dal fatto che, dopo oltre 30 anni di operazioni di stabilizzazione, le nostre Forze Armate (e non solo) si sono trovate sostanzialmente impreparate a fronteggiare le sfide poste dagli scenari operativi moderni. Il Generale Masiello ha sottolineato che l’Esercito si trova ora a dover fronteggiare non solo sfide “tradizionali”, ma anche nuove forme di conflitto che uniscono caratteristiche della Prima Guerra Mondiale con quelle delle guerre future. Da una parte, scenari in cui i soldati combattono tra trincee e campi minati; dall'altra, l'uso di sistemi tecnologici avanzati come droni, missili ipersonici e operazioni cibernetiche. A tal proposito, Masiello si è soffermato sul crescente ruolo dei droni, il cui sviluppo è stato sottovalutato per anni e su cui, a livello nazionale, siamo impreparati sia da un punto di vista dell’equipaggiamento e dei materiali, che delle normative. Per ciò che concerne tali sistemi d’arma, il Generale ha affermato – in via esclusiva – che l’EI ha lanciato un programma di approvvigionamento straordinario volto a dotare ogni unità elementare – a livello, quindi, di brigata – di 100 droni, numero da considerare, tuttavia, come minimo indispensabile e sul quale bisognerà sicuramente lavorare “al rialzo”. La questione, oggi, non è comunque solo di carattere qualitativo e non concerne meramente la mancanza di sistemi d’arma che siano veramente allo stato dell’arte; il problema, ha sottolineato il Generale, è relativo anche alla dimensione “quantitativa” della Forza Armata. Oggi, sostanzialmente, il dimensionamento dello strumento militare non è sufficiente, e questo aspetto è ulteriormente peggiorato dalla mancanza, nel nostro Paese, di una forza di riservisti. Questo non significa, ha dichiarato il Capo di SME, dover ritornare a un Esercito di leva – che peraltro, secondo lo stesso Generale, sarebbe sostanzialmente irrealistico – ma nemmeno rimanere ancorati a quella che, oggi, è una forza di tipo esclusivamente “professionale”: esiste, infatti, un terzo modello, quello misto, che prevede la coesistenza di un elemento professionale con uno di leva di tipo “selettivo” (come nel caso della Svezia). Infine, il Generale ha posto l'accento sull'importanza di una “rivoluzione culturale” all'interno dell'Esercito, dove tecnologia, addestramento e valori devono fondersi in un unico progetto coerente e integrato, con al centro le nuove generazioni.

Per ciò che concerne gli interventi della parte industriale, il Condirettore Generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, si è focalizzato sul fatto che il repentino cambio degli scenari operativi stia implicando non solo una profonda revisione delle dottrine operative dell’EI, ma anche, allo stesso tempo, una forte accelerazione delle modalità di progettazione, sviluppo e realizzazione dei sistemi d’arma e delle relative tecnologie abilitanti. Mariani ha evidenziato l’importanza della collaborazione in chiave europea, ma anche a livello nazionale, tra le stesse Forze Armate, Industria  e istituzioni politiche, affermando infatti “non conosco realtà che abbiano la capacità di fare da sole e la grande industria deve fungere da integratore e guida. Leonardo e la filiera industriale nazionale sono pronte a supportare l’Esercito Italiano in un processo di modernizzazione senza precedenti, che cambierà profondamente il volto della Forza Armata".

L’Ingegnere Claudio Catalano è intervenuto poi presentando il suo punto di vista in qualità di Amministratore Delegato di Iveco Defence Vehicles, azienda ampiamente concentrata sulle piattaforme terrestri. Catalano ha nuovamente precisato come gli ultimi 10 anni siano stati caratterizzati da importanti sotto-investimenti nel settore della Difesa e come le piattaforme che sono entrate in servizio con la Forza Armata ormai alla fine degli anni ‘80 non sono state, per oltre 30 anni, ammodernate. Questo ha creato un’importante de-industrializzazione di tutte quelle parti della filiera nazionale che si occupavano dello sviluppo e della produzione di determinati prodotti. Catalano ha inoltre osservato come, negli ultimi 20 anni, sia venuto meno, a livello politico, militare e industriale, quel “senso di urgenza” che oggi è indispensabile recuperare al fine di alimentare lo sviluppo economico e industriale nazionale e per affrontare adeguatamente le esigenze degli attuali scenari operativi. L’ingegnere Catalano ha poi posto l’accento sul ruolo dei droni terrestri (UGV, Unmanned Ground Vehicles), evidenziandone l’importanza strategica e sottolineando come, da decenni, IDV stia investendo nel campo delle tecnologie per la remotizzazione dei veicoli. A questo proposito, come già riportato da RID, ricordiamo che un UGV ruotato VIKING di IDV e un LINCE, anch’esso non pilotato (in grado di operare in maniera del tutto autonoma, grazie ad i pacchetti di autonomia che IDV sta sviluppando ad hoc), hanno partecipato all’esercitazione dell’Esercito STELLA ALPINA, svoltasi nelle prime 2 settimane di settembre, in chiave multidominio.

Ha chiuso, infine, i lavori la Presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato Stefania Craxi, che ha affermato come, oggi, una revisione dei paradigmi e delle teorie interpretative nell’ambito della sicurezza siano un’azione fondamentale e ha evidenziato come “parlare di guerra non significa non continuare a parlare di pace, ma significa aver chiaro che la pace disarmata esiste solo nel campo dell’ideale, mentre quella nel campo del reale appartiene alle categorie della sicurezza e della deterrenza”.

 

Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE