RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il debutto dell’SM-3 lanciato da container 24/09/2024 | Michele Cosentino

Nella prima metà di agosto 2024, l’US Navy e altre unità navali di Nazioni amiche e alleate hanno condotto, al largo delle Hawaii, un’esercitazione - denominata PACIFIC DRAGON 2024 e a cui ha partecipato anche il Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) RAIMONDO MONTECUCCOLI (Light plus) - finalizzata a testare varie procedure operative nell’ambito della difesa contro i missili balistici.

Un aspetto innovativo dell’esercitazione è stato l’evento PACIFIC DEFENDER 2024, sponsorizzato dalla Missile Defense Agency/MDA, che ha visto il debutto con successo del sistema lanciamissili Mark 70 Mod 1 Payload Delivery System, PDS. Si tratta in pratica di un container dotato di un lanciatore quadruplo Mk-41 installato per l’occasione su un’unità di cui l’US Navy non ha voluto rivelare nome e provenienza, e impiegato in questo caso per il lancio di un missile antibalistico SM-3 Block IA.

Il PDS può essere autocarrato, nonché imbarcato su un’ampia varietà di unità navali, con e senza equipaggio, militari e anche mercantili, tant’è che un lancio similare è stato condotto qualche tempo fa, ma con un missile SM-6, dalla Littoral Combat Ship SAVANNAH; il container è stato imbarcato anche sull’USV RANGER, uno dei droni di superficie di grandi diemensioni che l’US Navy ha realizzato nell’ambito della “ghost fleet” del programma OVERLORD, inquadrato nella Unmanned Surface Vessel Division ONE (USVDIV-1).

Nel caso di PACIFIC DEFENDER 2024, il bersaglio dell’SM-3 Block 1A è stato sviluppato appositamente dal Naval System Command per testare la reattività del sistema AEGIS in uno scenario di difesa contraerei/antimissili integrata popolato anche da ordigni balistici a medio raggio e ipersonici: il bersaglio è stato ingaggiato anche da un SM-3 Block 1A lanciato dal cacciatorpediniere CARL LEVIN (classe BURKE FLIGHT IIA, da poco in servizio), mentre alla sua scoperta e tracciamento già nella fase ascendente hanno contributo sensori presenti su altri assetti navali e aerei statunitensi e australiani.

PACIFIC DEFENDER 2024 ha confermato diversi aspetti del concetto di letalità distribuita, attraverso appunto l’installazione di elementi modulari quali il PDS a bordo di unità navali manned e unmanned, nonché la sua schierabilità su siti terrestri/insulari al fine di creare un’architettura quantitativamente rivelante e geograficamente distribuita per la difesa contro diverse tipologie di ordigni nemici, utilizzando sensori on-board e off-board per ingaggiarli durante tutto il loro inviluppo di volo. Importante a tal scopo anche la disponibilità di sistemi di comunicazione e scambio informazioni sicuri, affidabili e cyber-resilienti, anche distribuibili su un’ampia varietà di piattaforme.

Infine, da rilevare che l’impiego del PDS da altre tipologie di naviglio manned e unmanned che non siano i tradizionali incrociatori e cacciatorpediniere lanciamissili contribuisce ad ampliare la panoplia di sistemi missilistici a disposizione dell’US Navy senza per questo dover ricorrere alla costruzione di nuove unità “tradizionali” e possibilmente impiegando ordigni quali l’SM-6 anche per il contrasto antinave.

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