Da stamani ormai ininterrottamente l’Aeronautica Israeliana sta colpendo obbiettivi in diverse aree del Libano, e ha annunciato un’imminente nuova ondata di bombardamenti nella Valle della Bekaa.
Secondo fonti delle IDF siamo oltre gli 800 bersagli colpiti, ma il numero potrebbe già essere più alto. Il Ministero della Salute libanese parla di quasi 200 morti e più di 700 feriti, e da sud sono già migliaia i cittadini che stanno lasciando le loro case per raggiungere Beirut o altre località nel centro-nord del Paese. E mano mano che l’intensità degli attacchi cresce, cresce anche la probabilità di un’invasione.
Al momento Israele sta cercando di imporre un costo via, via più alto al Partito di Dio, per indebolirne il più possibile l'infrastruttura militare e costringerlo così a cedere sulla politica, di solidarietà con i Palestinesi di Gaza, degli attacchi contro gli insediamenti nel nord dello Stato Ebraico. "Ho promesso che avremmo cambiato l'equilibrio di forza al nord ed è esattamente quello che stiamo facendo”. Così, poco fa il Premier israeliano Benjamin Netanyahu. È chiaro, però, che se la situazione non muta, e Hezbollah non molla, l’invasione resta l’unica opzione percorribile, per consentire il reinsediamento dei cittadini israeliani sfollati. Sicuramente, negli ultimi 10 giorni, il fronte nord delle IDF è stato decisamente potenziato e questo può contare adesso, oltre che sulle unità del Comando Nord, ovvero la 36ª Divisione (2 brigate di fanteria, tra cui la GOLANI, più 2 brigate corazzate e una di artiglieria) e 3 Divisioni della Riserva (91a, 146a, e 210a), anche sulla 98ª Divisione Paracadutisti, con 3 brigate parà più l’89ª Commando e la 214a Artiglieria, e sulla 179a Brigata Corazzata (Riserva). Non è sicuro quali unità siano state dispiegate al completo e quali, invece, solo per singoli reparti, e questo non consente di fare una stima attendibile sull’entità della forza. A ciò bisogna aggiungere il fatto che le IDF devono portare a piena prontezza tutti i reparti, a cominciare da quelli della Riserva, la cui performance anche a Gaza non è stata il massimo (come non fu il massimo nello stesso Libano nel 2006).
La sensazione di fondo è che Israele in questo momento si senta militarmente forte, dopo gli innegabili successi riportati negli ultimi tempi, e sia disposto a fare i conti una volta per tutte con Hezbollah e, se lo circostanze dovessero richiederlo, anche con il patrono iraniano: sa di colpire e di fare male, tremendamente male, e di avere il sostanziale via libera di Washington.
Nasrallah, al contrario, sembra debole e sotto assedio: comandanti di primo livello a lui vicinissimi sono stati uccisi ed un alto numero di combattenti è caduto, mentre sono andati perduti rilevanti quantitativi di equipaggiamenti. Il rumore dei caccia dell'Aeronautica Israeliana che si avvertiva chiaramente durante il suo ultimo discorso è l’immagine più chiara di questa debolezza. Una debolezza che potrebbe aumentare ancora di più i giri del rullo compressore di Tel Aviv.
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