L’invasione russa dell’Ucraina ha segnato un momento di cesura nello scenario internazionale attuale. Tale evento ha evidenziato quelle che sono le caratteristiche di un conflitto moderno: la profonda evoluzione dei sistemi d’arma, le nuove applicazioni della robotica, lo sviluppo di tecnologie disruptive quali l’intelligenza artificiale, il super-calcolo e cloud-computing e l’apparizione massiccia e diversificata dei droni, stanno mettendo a disposizione degli attori presenti sullo scacchiere geostrategico nuovi strumenti bellici sempre più complessi, non solo notevolmente sofisticati, ma spesso anche estremamente economici e sostenibili nel tempo. A fronte di tali presupposti, in ambito NATO si è posta l’esigenza di modernizzare i sistemi di difesa nazionali: il NATO Strategic Concept 2022 ha delineato le capacità che gli Stati membri devono sviluppare per affrontare minacce imminenti al territorio dell’Alleanza Atlantica. In questo contesto, è allora fondamentale stabilire le basi per un nuovo sistema di difesa nazionale integrato nel dispositivo NATO di difesa del “fianco sud”.
Il nuovo sistema nazionale di difesa terrestre integrato
La missione principale di questo sistema nazionale di difesa basato a terra è il contrasto di attacchi all’integrità territoriale dello Stato, anche “improvvisi”, i quali, cioè, si possono concretizzare senza essere preannunciati da una significativa escalation diplomatica. Il ruolo del sistema, pertanto, è quello di sostenere lo sforzo difensivo nel breve-medio periodo per consentire il completo dispiegamento del dispositivo dell’Alleanza Atlantica. Le missioni principali sono:
- Contrasto alle minacce provenienti dalla terza dimensione: il Sistema utilizza artiglieria AA di precisione, SHORAD, tecnologie anti-drone, missili terra-aria MANPADS e AA a medio-lungo raggio.
- Arresto: basata su difese "antiche" come allagamenti, campi minati, ostacoli fisici e sbarramenti.
- Contrasto alle minacce navali: prevede l'uso di missili balistici antinave (ASBM) per ingaggiare obiettivi lontani e l'interdizione del controllo marittimo (sea denial).
- Interdizione lontana: comporta attacchi a lungo raggio su obiettivi terrestri e marittimi.
- Sorveglianza radar regionale: il sistema sarà integrato nella rete di sorveglianza NATO, migliorando le capacità di monitoraggio del fianco meridionale dell'Europa.
Le caratteristiche del Sistema
Il concetto premiante di tale Sistema è quello del binomio “opere protette e mobilità”: quindi, capacità di combattimento e sensoristiche mobili, protette in complessi sotterranei. Il Sistema include infrastrutture fisse protette e profonde, di piccole o di grandi dimensioni, dislocate in punti strategici del territorio nazionale, dotate di capacità operative necessarie a svolgere determinate missioni. Oltre alla mobilità, le altre caratteristiche fondamentali sono:
- la scalabilità: le Opere sono progettate per essere scalabili. Ciò significa che i decisori politici hanno la possibilità di prevedere la realizzazione di tutte le componenti del Sistema o solo di alcune di esse;
- la protezione delle opere: le infrastrutture devono essere costruite per resistere a esplosioni nucleari e attacchi perpetrati con armamenti convenzionali, quali bombe guidate anti-bunker o ordigni termobarici aviolanciati. Dovrà utilizzare materiali cementizi ad altissima resistenza, come UHPC (Ultra High Performance Concrete), corazze reattive, materiali compositi allo stato dell’arte e sistemi di camouflage, tradizionali o digitali, come ologrammi e sistemi di dissimulazione utilizzanti emissioni elettromagnetiche, oltre che di sistemi di disturbo ECM;
- riuso di infrastrutture esistenti: valutare il riuso di vecchie opere come i ROC (Regional Operation Centre) della Guerra Fredda, integrandole con le moderne tecnologie per adattarsi alle nuove esigenze della Difesa;
- logistica e alimentazione: le opere saranno autosufficienti in condizioni di emergenza, con infrastrutture TLC (telecomunicazioni) robuste e ridondanti, alimentate dalla rete civile e dotate di impianti di produzione energetica autonoma.
Le Opere parte del nuovo sistema integrato si dividono in:
Opere da Combattimento Secondarie (OCS)
Di piccole dimensioni, deputate all’arresto delle forze nemiche sul punto di sbarco/ingresso entro i confini nazionali. Svolgono funzioni di autodifesa, C5I a livello locale, difesa a corto raggio da minacce provenienti dalla terza dimensione e sorveglianza a corto raggio. Sono localizzate sui versanti sud, est e nord-est del Paese e nelle isole.
Opere da Combattimento Principali (OCP)
Di grandi dimensioni, deputate alla difesa AA e anti-UAV a medio raggio, svolgono funzioni di C5I e sorveglianza radar/altri sensori multidimensionali sull’intero territorio fino al confine/costa, nonché azioni di autodifesa. Sono dislocate sui rilievi appenninici, sul settore orientale delle Alpi e sui rilievi delle isole maggiori.
Opere Strategiche di Sorveglianza radar a lungo raggio (OSS)
Di piccole dimensioni, effettuano sorveglianza radar/altri sensori multidimensionali a lungo raggio, in modo integrato con la rete NATO, e autodifesa. Si trovano sui rilievi appenninici e delle Alpi orientali.
Opere di Interdizione Strategica (OIS)
Di grandi dimensioni, svolgono interdizione strategica, difesa anti-AA, anti-UAV e antinave a lungo raggio, sea denial e autodifesa. Sono dislocate sui rilievi appenninici peninsulari e su quelli delle isole maggiori.
Centri di Comando e Controllo (CCC)
Di grandi dimensioni, svolgono funzioni C5I a livello geografico e di autodifesa. Sono situati in zone montane.
In definitiva, il rapido evolvere degli eventi bellici richiede un ripensamento della difesa del territorio nazionale per creare un Sistema capace di contrastare efficacemente un improvviso attacco dal cielo o un’invasione su vasta scala del territorio italiano. La priorità è quindi realizzare un Sistema di difesa integrato, dislocato su tutto il territorio nazionale, costituito da Opere altamente protette progettate e realizzate con materiali e tecnologie allo stato dell’arte per contrastare le complesse minacce moderne. Sebbene possibile, l’impresa comporterà altissimi costi di impianto e di gestione che impatteranno pesantemente il Bilancio dello Stato. La realizzazione del Sistema richiede un cambiamento radicale dell’intero paradigma del Sistema Paese, guidato da una classe politica bipartisan consapevole della necessità di tale Sistema, che guidi l’opinione pubblica all’accettazione di un contesto che, necessariamente, sarà molto meno “pacifico” di quello di cui si è vissuti in questi ultimi decenni.
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(Immagine generata con l'Intelligenza Artificiale)