Dopo rinvii e lunghe polemiche per il rinnovo (e potenziamento) della flotta subacquea canadese è arrivata la svolta: anche grazie ai cambiamenti climatici globali.
Tra le pagine di “Our North, Strong and Free: A Renewed Vision for Canada’s Defence”, documento programmatico pubblicato dalla Difesa canadese lo scorso aprile, infatti, gli effetti del riscaldamento globale sulla regione artica, con la conseguente apertura entro il 2050 di nuove rotte di navigazione e di aree economiche di interesse strategico, hanno rilanciato la necessità di dotarsi di adeguati strumenti di sorveglianza e intervento, anche subacquei.
Una necessità urgente, stante la precarietà dell’attuale flottiglia di sottomarini canadesi costituita da appena 4 unità diesel-elettriche classe VICTORIA di dubbia efficienza, trattandosi degli ex UPHOLDER inglesi costruiti nel 1987-1993, acquistati quasi nuovi dal Canada nel 1998, e divenuti operativi intorno al 2004 tra non pochi problemi. Basti pensare al ritardato ingresso in servizio del CHICOUTIMI, consegnato solo nel 2015 dopo un incendio che lo aveva devastato 11 anni prima, mentre anche gli altri battelli subivano avarie più o meno gravi. Per migliorarne le prestazioni, nell’ultimo decennio sono stati effettuati vari interventi ma, finalmente, nei giorni scorsi la Difesa canadese ha annunciato il varo di un più ambizioso programma, denominato Canadian Patrol Submarine Project (CPSP), mirato ad acquisire 12 nuovi battelli, triplicando così l’attuale flotta subacquea.
Va detto che anche negli anni ’80 si era parlato di sostituire i 3 OBERON, in servizio dagli anni ’60, con 10-12 battelli a propulsione nucleare. Opzione, questa, più volte rilanciata proprio per poter operare con la massima efficacia anche sotto la banchisa artica. Poiché tale esigenza si va riducendo proprio a causa dei cambiamenti climatici, il CPSP si è orientato verso battelli di tipo convenzionale, seppur capaci di navigare in acque ghiacciate e, presumibilmente, con propulsione AIP. I requisiti chiave, che saranno ufficializzati nella RFI attesa in autunno, vertono su furtività, letalità, persistenza, e capacità di operare nell’Artico, con sottomarini caratterizzati quindi da autonomia e resistenza adeguate.
Per garantire la difesa delle 3 coste che segnano la geografia del Canada, affacciate su Atlantico, Pacifico, e su un Artico sempre più caldo - non solo per ragioni climatiche ma anche per l’aumentare della pressione russa - il programma prevede di realizzare fino a 12 sottomarini, da costruire localmente ma con supporto e su progetto di un partner straniero, presumibilmente da scegliere tra quei poli produttivi impegnati a realizzare battelli con capacità oceaniche. In primis Giappone, Francia e Germania, senza dimenticare la sudcoreana HHI che aveva già firmato con Babcock Canada, nel 2023, un’intesa per sviluppare un nuovo sottomarino.
Nel frattempo, i battelli classe VICTORIA verranno nuovamente aggiornati, per supportarne l’operatività sino alla seconda metà degli anni ’30. Circa l’impegno economico, che sarà precisato meglio con la RFI tra qualche mese, va sottolineato come “Our North, Strong and Free” abbia confermato la volontà del Governo canadese di investire nei prossimi 5 anni 8,1 miliardi di dollari nella Difesa, con una spesa complessiva stimata in 73 miliardi entro 20 anni.
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