La Difesa ha inviato al Parlamento lo schema di decreto per l'acquisizione da parte dell’Aeronautica Militare di 24 nuovi caccia Eurofighter TYPHOON.
Si tratta di un investimento complessivo da 7,4 miliardi di euro, di cui 690 milioni già finanziati a copertura della prima fase del programma (oggetto del decreto in questione), che consentirà all’AM di rimpiazzare i TYPHOON Tranche 1, che verranno dismessi a partire dal 2028, e di potenziare le capacità di ingaggio al suolo in profondità, in relazione anche al ritiro dal servizio dei TORNADO che verrà completato nel 2027.
Nel ruolo deep strike, ricordiamolo, sugli Eurofighter TYPHOON è in corso da tempo l'integrazione del missile a lungo raggio STORM SHADOW. Nella scheda di decreto non è specificato, ma dovrebbe trattarsi di velivoli allo standard LTE (Long Term Evolution), o NG (Next Generation), caratterizzati principalmente, da: nuovo computer di missione ad alta potenza di calcolo, Large Area Display (LAD), radar AESA CAPTOR-E Mk2, sistema di autoprotezione elettronica DASS EVO e capacità di controllare e gestire droni gregari.
Nel complesso si tratta di un investimento altamente strategico che – al di là di certe critiche strumentali che sta già attirando, critiche che si basano sui soliti “bias” ideologici, nella migliore delle ipotesi, o semplicemente sul nulla, nella peggiore – avrà profonde ricadute operative e industriali. Operativamente, consentirà di evitare l’apertura di un gap nella linea combat dell’AM, in un momento in cui gli scenari richiedono capacità militari di alto pregio e capacità di operare in contesti peer e multidominio, e di fare da “ponte” e “test bed” verso il GCAP. Su questi velivoli, infatti, verranno testate tutta una serie di tecnologie che poi, in ottica di de-risking, verranno più compiutamente sviluppate e potenziate sul GCAP.
A ciò bisogna aggiungere il supporto logistico per tutta la flotta EFA compreso nel programma (quinquennale). Da un punto di vista industriale, l’investimento consentirà di sviluppare nuove tecnologie, mantenere la solidità e la robustezza di una supply chain nazionale ed europea di altissimo pregio (il programma Eurofighter ha tradizionalmente un enorme impatto industriale in Italia e Europa), con il relativo carico occupazionale, e di garantire la continuità produttiva, in particolare dello stabilimento Leonardo Velivoli di Tornino-Caselle, in vista del GCAP, con rilevanti ricadute anche su altre aziende: ELTGroup, Avio Aero, MBDA Italia e decine e decine di PMI riunite nei cluster aerospaziali (Piemonte, Umbria, Campania, Lombardia, ecc.).
Ulteriori dettagli su RID 9/24.
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