Le IDF, come riportato da diverse fonti di stampa, avrebbero lanciato volantini intimando alla popolazione civile di lasciare Gaza City e dirigersi verso sud.

Una nuova evacuazione della “capitale” della Striscia, dunque, ad oltre 8 mesi dall’avvio dell’invasione israeliana. Un segno inequivocabile di come i risultati delle operazioni terrestri non siano stati quelli attesi: la gran parte degli ostaggi è ancora nelle mani dei gruppi palestinesi, mentre i militari delle IDF continuano costantemente a cadere (a ratei bassi, ma costanti) e lo smantellamento dell'infrastruttura di Hamas, in particolare quella sotterranea, non è stato completato.

Questo “residuo”, che non è chiaro quanto sia ampio (e a questo punto non è chiaro neanche alle IDF), consente ai gruppi palestinesi di “rigenerarsi” anche in aree date per bonificate, costringendo l’Esercito Israeliano a “tornare” con quelle operazioni che, ai tempi della guerra in Vietnam, si chiamavano “search and destroy”.

Un’attività onerosa e dispendiosa, umanamente e logisticamente, che ancora sovraespone le IDF nella Striscia non consentendole di liberare risorse per eventuali operazioni nel nord, qualora necessarie, e obbligandole a mantenere mobilitati migliaia di riservisti sottraendoli alle normali attività economiche.

Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.