RIVISTA ITALIANA DIFESA
Summit di Washington: la NATO, 75 anni dopo 10/07/2024 | Carolina Paizs

Ieri, 9 luglio, sono formalmente iniziati i lavori del Summit NATO 2024, che si tiene a Washington D.C. fino a giovedì. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi, il Segretario Generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ai punti salienti in agenda: il rafforzamento di quello che possiamo definire come il core business dell’Organizzazione, vale a dire le capacità di difesa e di deterrenza del territorio della stessa; l’assistenza incondizionata all’Ucraina; le partnership e il consolidamento della coesione con i Paesi partner dell’Alleanza, con un focus particolare sull’Indopacifico e sull’Europa, ma anche sull’Africa e sui Paesi del Golfo, tutte aree di primaria importanza vista la crescente assertività – per usare un eufemismo – non solo della Russia, ma anche della Cina.

Per ciò che concerne l’assistenza a Kiev, in particolare, Stoltenberg ha affermato che, nel corso del Summit, i Capi di Stato e di Governo dei 32 Paesi partecipanti discuteranno circa l’approvazione dei nuovi pacchetti di aiuti all’Ucraina (di cui diamo conto in una notizia che pubblicheremo a breve), incentrati principalmente sulla fornitura di sistemi di difesa contraerea e antimissilistica, nonché sul munizionamento.

I lavori sono entrati nel vivo nel pomeriggio con una conferenza stampa del Segretario Generale dell’Alleanza organizzata nel quadro del NATO Summit Defence Industry Forum, il Forum dell’industria della Difesa. In quest’occasione, è stato anticipato che uno degli obiettivi del Summit di quest’anno sarà quello di firmare e adottare un nuovo impegno – pledge – nel settore degli investimenti e dell’industria, con l’obiettivo di renderla più solida, innovativa e capace di sfruttare le economie di scala derivanti da una cooperazione più sinergica e robusta tra i vari condotti nazionali degli Stati Membri, concetto fondamentale in un contesto geostrategico caratterizzato, in tal senso, da un’ipercompetizione senza precedenti. A proposito di investimenti, comunque, Stoltenberg si è definito soddisfatto rispetto al progresso avvenuto negli ultimi 10 anni circa il burden sharing – letteralmente, condivisione degli oneri – il concetto alla base del Defence Investment Pledge (DIP), ossia l’impegno assunto dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi Membri dell’Alleanza ai tempi del Summit svoltosi nel settembre del 2014 in Galles, il primo a seguito dell’annessione della Crimea da parte della Russia, che ha stabilito il target del 2% delle spese della Difesa rispetto al PIL nazionale, nonché del 20% delle spese per l’investimento rispetto a quelle destinate della Difesa. Se, nel 2014, solo 3 Paesi raggiungevano la soglia del tetto minimo di spesa – Stati Uniti, Grecia e Regno Unito – nel 2024 la cifra è salita a ben 23. Fra questi, ahimè, non si conta l’Italia.Tuttavia, la Presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato oggi a Washington che l’Italia terrà fede all'impegno del raggiungimento della fatidica soglia del 2%, con “i propri tempi e compatibilmente con le proprie possibilità”.

Per ciò che concerne gli aiuti a Kiev, invece, Meloni firmerà, nel corso della seconda giornata di lavori, una dichiarazione di impegno da parte dell’Italia a spendere 1,7 miliardi di dollari nel corso del prossimo anno, all’incirca 1,6 miliardi di euro, sia sotto forma di armamenti che di altri beni e servizi. Si tratta di, almeno, 400 milioni di euro in più rispetto a quello che l’Italia ha speso dall’inizio della Guerra: secondo alcune stime ufficiali, Roma avrebbe speso, ogni 12 mesi dal 24 febbraio del 2022, all’incirca 1,2 miliardi di euro per gli aiuti destinati a Kiev. Resta il fatto che quello di cui sopra rappresenta un ““semplice”” impegno da parte del nostro Governo, che nonostante la sua rilevanza, non è vincolante.

Secondo alcune fonti di stampa italiane, in aggiunta, con tutta probabilità anche Palazzo Chigi avanzerà, in questi 2 giorni, delle richieste: Meloni dovrebbe infatti proporre l’istituzione di un Inviato Speciale NATO per il Fianco Sud. Dal vertice di Madrid del 2022, primo dopo l’invasione dell’Ucraina, come si diceva, il core business “originale” della NATO è riemerso con forza: il primo compito dell’Alleanza è quello di assicurare la difesa e la deterrenza dei propri territori, oggi principalmente quelli ad est. Per l’Italia, che fa del Mediterraneo Allargato la propria principale area di interesse strategico ormai da decenni, è fondamentale mantenere alta l’attenzione sul fronte sud e coniugare l’interesse complessivo dell’Alleanza con il proprio.

Un’agenda estremamente ricca, come ormai da 2 anni a questa parte, a cui si deve aggiungere, tuttavia, oggi, anche la crisi Mediorientale, non solo relativamente alla Striscia di Gaza, ma anche agli avvenimenti nel Mar Rosso e alle crescenti tensioni in Libano che sembrano, ormai, indirizzarsi inevitabilmente verso l’escalation. Sullo “sfondo”, poi, le elezioni americane, con la partita Trump-Biden che, a seconda del risultato, potrebbe influenzare gli “equilibri” interni all’Alleanza, nonché il suo posizionamento, soprattutto relativamente alla Guerra in Ucraina.

Seguiteci anche sul nostro canale Telegram. 


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE