I russi e gli altri
Tra gli anni’60 e ’80, nell’epoca d’oro dell’impiego civile dell’energia nucleare, sono state realizzate alcune unità navali mercantili a propulsione nucleare, e molte altre sono state progettate in vari Paesi. Oggi, però, per motivi economici e ambientali, nessuna di queste unità è più in servizio, e non ci sono progetti per la realizzazione di nuove unità, con un’importante eccezione: la Russia.
Oggi, infatti, le uniche unità navali mercantili a propulsione nucleare attualmente in servizio sono alcuni rompighiaccio e una nave trasporto contenitori per zone artiche utilizzate da Rosatom, la compagnia della Federazione Russa per l’energia nucleare. Inoltre, è in corso un importante programma di costruzione di altre unità dello stesso tipo, dotate di caratteristiche superiori a quelle esistenti. Le prime 3 sono state consegnate e sono impegnate in attività operativa a nord della Siberia, altre 3 unità sono in costruzione e una in programma, oltre ad una avente caratteristiche ancora superiori. Vogliamo in questo articolo esaminare la storia e le caratteristiche di queste unità, formalmente mercantili, ma che in realtà sono un formidabile strumento politico, vere e proprie “capital ships” della zona artica.
Ne approfittiamo anche per accennare alle unità rompighiaccio militari ed alla situazione in alcuni grandi Paesi che hanno forti interessi nell'Artico, e cioè Stati Uniti, Canada e Cina.
La Russia e l’Artico
Uno dei temi geopolitici che nel nuovo millennio ha acquistato centralità è proprio quello dell’Artico, a cui tutte le principali nazioni stanno dedicando un’attenzione elevatissima. La nazione geograficamente più interessata da questo tema, perché il suo territorio comprende una vastissima zona artica e una lunghissima costa sul Mare Artico, è la Russia. Il riscaldamento globale che interessa tutto il nostro pianeta, e che secondo la maggioranza degli scienziati è legato alle attività della razza umana, e in particolare al consumo di combustibili fossili e al conseguente effetto serra, sta portando ad un aumento di temperatura anche nelle zone artiche russe, e in particolare nel Nord della Siberia, con 2 importanti conseguenze: una a terra ed una a mare.
L’articolo completo è pubblicato su RID 7/24, disponibile online e in edicola!
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