
Dalla stampa sudcoreana sta filtrando con sempre maggiore insistenza l’indiscrezione circa la presunta intenzione del Governo di Seul di rimuovere il ban auto-imposto alla fornitura di sistemi d’arma all’Ucraina. In realtà, siamo di fronte a qualcosa di ben più di una semplice indiscrezione, considerando anche i recenti accadimenti che hanno interessato il vicino nordcoreano. Ma andiamo per gradi. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale sudcoreano, Chang Ho-jin, ha condannato duramente l’Accordo di Cooperazione Strategica, che tra l’altro prevede la fornitura di assistenza reciproca in caso di aggressione, firmato negli scorsi giorni tra Putin e Kim Jong Un durante la vista del Presidente Russo in Corea del Nord. Da qui, appunto, l’intenzione di Seul di rivedere i propri vincoli alla fornitura di armi a Paesi in Guerra. Vedremo poi se questa intenzione, che a nostro avviso c’è, si concretizzerà. Certo è che, il rafforzamento della cooperazione tra Russia e Corea del Nord, pone una questione molto seria di sicurezza anche per la Corea del Sud. Finora Pyongyang era un Paese strategicamente solo: il Regno Eremita tenuto economicamente in vita da Pechino e capace di assolvere da sé alle proprie esigenze militari. Con il Patto tra Kim e Putin, l’equazione cambia. La Corea del Nord ha rifornito le forze di Mosca in Ucraina con qualche milione di proiettili di artiglieria, tra i 3 e i 4,5 a seconda delle fonti, e con qualche decina di missili balistici (che paiono aver dato pessima resa sul campo). La Russia, in cambio, oltre a beni alimentari, ha probabilmente garantito assistenza nel settore spaziale e nucleare. Questi legami, allacciatati a partire dallo scorso autunno, verranno adesso ulteriormente rafforzati. La reciproca assistenza in caso di aggressione esterna, però, costituisce un passo avanti e innalza inevitabilmente il profilo di deterrenza di Pyongyang: in sostanza, cambia l’equazione che da sempre governa le relazioni nella Penisola coreana. Ecco allora perché Seul potrebbe rompere gli indugi e armare Kiev. L’industria bellica del Paese è del resto ben solida e, soprattutto, non ha quegli “impedimenti” tipici dell’industria occidentale – sindacalizzazione, lungaggini burocratiche, scarsa reattività. Negli ultimi tempi sta aumentando enormemente la propria presenza sui mercati export, compreso quello europeo, muovendosi con straordinaria rapidità e aggressività. Il “caso” polacco lo dimostra, anche se arrivano notizie di problemi sui carri K-2 forniti all’Esercito Polacco. Seul si sta in ogni caso consolidando nella top ten degli esportatori, ma vorrebbe entrare nei primi 4 dietro USA, Francia e UK. A Kiev farebbero molto comodo sistemi contraerei, missili, pezzi di artiglieria, ecc., che l’industria sudcoreana non avrebbe problemi a garantire in fretta. Non è un caso che Putin abbia reagito duramente a queste indiscrezioni bollando come “grosso errore” un eventuale passo di Seul verso la fornitura di armi a Kiev.
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