
Nella giornata di ieri, 19 giugno, il Dipartimento della Difesa statunitense ha approvato la potenziale vendita di oltre 1.000 loitering munition alle Forze Armate di Taiwan. Secondo quanto comunicato dalla Defense Security Cooperation Agency (DSCA) americana, il Governo di Taipei ha richiesto 291 loitering della famiglia ALTIUS di Anduril, le ALTIUS 600M, e 720 SWITCHBLADE 300 di AeroVironment, nonché le relative attrezzature, per un valore stimato di circa, rispettivamente, 300 milioni e 62 milioni di dollari.
Nel caso di un conflitto nello Stretto di Taiwan, e così come insegnatoci dalla Guerra in Ucraina, queste piccole piattaforme suicide, e quindi spendibili, garantirebbero a Taipei quella capacità offensiva – e, sotto certi aspetti, difensiva – sostenibile, dispiegabile in massa per colpire direttamente le forze cinesi, rallentarne l’avanzata e condizionarne la manovra. Insomma, questi sistemi costituirebbero quel muro di droni che gli stessi Stati Uniti hanno promesso di voler “fortificare” e rafforzare: a questo proposito, proprio la scorsa settimana il Comandante dell’US Indo-Pacific Command, l’Ammiraglio Samuel Paparo, ha dichiarato che, se la Cina invadesse Taiwan, si “troverebbe ad affrontare un inferno di droni”, chiarendo di fatto che, in caso di guerra, anche le forze americane nell’area impiegherebbero in massa – e in diverse modalità – droni low-cost per colpire le forze di Pechino.
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