L’US Army ha inviato una RFI (Request For Information) alle aziende per acquisire un nuovo drone nella categoria MALE/super-MALE. Le aziende hanno tempo fino al 7 luglio per rispondere alla RFI.
L’obbiettivo dell’Esercito Americano è dotarsi di un nuova macchina a lungo raggio, capace di volare fino ad una quota massima superiore ai 9.000 m, equipaggiata con sensori e sistemi d’arma di nuova generazione, e pure con ALE (Air Launche Effects), ovvero droni più piccoli, operando, dunque, come piattaforma “madre”.
Sarà interessante capire adesso che drone uscirà da questa ricerca di mercato, ispirata alla volontà dell’US Army di integrare nella propria kill chain una macchina ad alte prestazioni, così sembra, per l’ingaggio dei bersagli cosiddetti “pop-up”, ma anche per farla lavorare con l’artiglieria e a favore degli elicotteri nella soppressione delle difese aeree nemiche tramite gli ALE.
Non sfugga in proposito quando sta accadendo agli MQ-9 REAPER nel teatro operativo del Mar Rosso, con 5-6 velivoli abbattuti dagli Houthi (l’ultimo dei quali a fine maggio, in foto). Dunque, il concetto è che o si ricerca una bassa rilevabilità molto spinta, e velocità elevate, ma in questo modo i costi aumentano a dismisura, o si punta su una piattaforma “più rilassata” che opera come “madre” con droni più piccoli e che è dotata in ogni caso di una robusta autoprotezione elettronica (si veda a tal proposito la volontà del USSOCOM di dotare gli MQ-9A Block 5 di un pod EW per l’autodifesa). Certo è che certi tipi di droni non possono più essere prerogativa esclusiva delle sole Forze Aeree.
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