RIVISTA ITALIANA DIFESA
La NATO ci chiede i carri? Diamole elicotteri da combattimento e CENTAURO 04/06/2024 | Pietro Batacchi

La provocazione, ma non troppo, del Direttore.

La ragione per cui molti, nelle Forze Armate e nella comunità di RID, vorrebbero comprare off-the-shelf, o quasi, carri da battaglia o IFV è che ce lo chiede la NATO. In altri termini, per fronteggiare uno scenario, ad est, sempre più convenzionale occorrono mezzi (pesanti) subito: per cui ben venga una bella tranche di LEOPARD 2 A8 “nudi e crudi”, IFV LYNX senza modifiche, ecc.

Insomma, non ci sarebbe veramente tempo per sviluppare un LEOPARD 2 A8 nazionale, o chi per esso (magari il PANTHER o l'NG-MBT sucoreano?), o un LYNX italianizzato perdendo così un’opportunità per far crescere definitivamente il nostro comparto terrestre della Difesa, a beneficio, peraltro, delle stesse Forze Armate. E poco importa che i Russi siano impegnati ad avanzare 300 m il giorno facendosi largo a fatica tra gli sciami di FPV ucraini..

In realtà, alla NATO l’Italia potrebbe serenamente “offrire” altre capacità, allo stesso modo utili in uno scenario convenzionale. Prendiamo, per esempio, gli elicotteri d’attacco AW-129 MANGUSTA: oggi l’Italia è l’unico Paese dell'Occidente fuori dagli USA che ha un macchina del genere che funziona, e abbiamo visto quanto sono (ancora) importanti gli elicotteri da combattimento in uno scenario come quello ucraino. Non dimentichiamoci, inoltre, che nel 2027 inizieranno anche le consegne dell’AW-249 FENICE.

Oppure, prendiamo la blindo pesante CENTAURO 2: il “carro veloce” con la bocca da fuoco da 120 mm e una sensoristica che buona parte degli attuali MBT occidentali non si sogna neppure. Non ha la stessa protezione di un MBT? Bene, ma è più veloce e meglio si presta ad un impiego dinamico secondo il concetto “spara e scappa”. La protezione non è solo quella passiva, ma una combinazione di più elementi. Pensiamo, dunque, ad accelerare il programma CENTAURO 2 e le consegne: si può fare.

Insomma, alla fine, esiste sempre un trade off. L’importante è capire e analizzare i contesti, e modularsi di conseguenza, e non rimanere ancorati a schemi superati dagli eventi, attuali e futuri. Di tutto questo, però, ne parleremo più in dettaglio sui prossimi numeri di RID.

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