
Secondo quanto riportato dal sempre ben informato “Politico”, l’Amministrazione Biden avrebbe dato il via libera all’impiego di armi americane contro obbiettivi russi sul territorio della Federazione.
Lo avrebbe fatto, però, limitando la tipologia delle armi – non armi a lungo raggio, per cui presumibilmente niente missili ATACMS – e circoscrivendone l’impiego alle aree di confine con l’Oblast ucraino di Kharkiv. Insomma: fuoco di controbatteria, droni, missili anti-radiazioni HARM (i Russi però ne hanno già in alcune occasioni segnalato l’impiego), JDAM, ma resta da capire se la limitazione interesserà anche i lanciarazzi HIMARS.
La (mezza) luce verde americana è arrivata dopo l’offensiva russa nella regione di Kharkiv, che gli Ucraini hanno al momento arginato, e dopo che da giorni, soprattutto UK e Francia, avevano segnalato più o meno ufficialmente la propria disponibilità ad autorizzare Kiev all’uso dei missili standoff aria-superficie STORM SHADOW/SCALP-EG contro obbiettivi sul suolo federale russo. Gli Americani sono stati così per così dire costretti ad inseguire Sunak e Macron, rinunciando, almeno in parte, al tradizionale potere di controllo sulle forniture dei loro sistemi d’arma a Paesi partner. Vediamo adesso quale sarà la reazione russa.
Sicuramente, armi come lo STORM SHADOW sarebbero utilissime alle forze di Kiev per colpire basi e aeroporti, da dove partono i caccia della VKS per andare a colpire con le ormai “famigerate” bombe UMPK la città di Vovchans’k piuttosto che la stessa Kharkiv, o i punti di concentramento delle forze russe nelle retrovie. Sicuramente questa minaccia costringerebbe i Russi a diradare il proprio dispositivo e ne complicherebbe la logistica. Mosca, poi, dovrebbe moltiplicare i propri sforzi per andare a “cercare” queste armi in territorio ucraino, per interdirne afflusso e distribuzione, e dovrebbe scalare verso l’alto a propria volta gli attacchi contro obbiettivi strategici in territorio ucraino (cosa che del resto già fa, ma che fanno anche gli Ucraini con i propri missili e i propri droni sul suolo dell'avversario).
Ma, realisticamente, quali altre opzioni hanno i Russi? Di sicuro, un’opzione, sempre cara ai nipoti del KGB, riguarderebbe il potenziamento delle “misure attive” contro i Paesi occidentali: campagne di disinformazione/manipolazione, con uso su larga scala di troll, agenti di influenza e "utili idioti", sabotaggi, “operazioni bagnate” (uccisione mirate, ma non attribuibili), ecc. Poi c’è il “solito” nucleare, minaccia che da un paio di giorni TV e Giornali russi sono tornati ad agitare con rinnovata veemenza; minaccia però ormai ampiamente inflazionata in questa guerra, che più passa il tempo più vede diminuire la sua credibilità.
Ecco perché i falchi del regime vorrebbero un test con un ordigno nucleare a bassissimo potenziale. Un modo per urlare al mondo che “noi siamo la Russia”.
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