RIVISTA ITALIANA DIFESA
I Carrier Strike Group della Marina Cinese: capacità e potenzialità 24/05/2024 | Michele Cosentino

Verso la fine di ottobre 2023, la portaerei SHANDONG ha attraversato lo Stretto di Bashi, situato a sud di Taiwan e parte dello Stretto di Luzon (a nord delle Filippine), ed è entrata nell’Oceano Pacifico Occidentale per dare il via al suo terzo dispiegamento dell’anno.

Identificabile anche grazie al distintivo ottico sul ponte di volo (17), la portaerei SHANDONG era accompagnata inizialmente dai cacciatorpediniere lanciamissili GUILIN e CHANGSHA (cl. LUYANG III/Type 052D), dalle fregate XUCHANG e HUANGSHAN (cl. JIANGKAI II/Type 054A) e dal rifornitore polivalente di squadra CHAGANHU (cl. FUJU/Type 901).

Successivamente, alcune delle unità di scorta sono state avvicendate da altre delle medesime classi (con l’eccezione del rifornitore di squadra), mentre altre navi da guerra cinesi, isolate o a coppie, erano impegnate nello svolgimento di altre attività in aree marittime non lontane da Taiwan. L’esame di queste unità, dei loro movimenti e delle attività svolte, può aiutare ad approfondire e comprendere 2 aspetti: le finalità dei dispiegamenti e, soprattutto, quali possono essere compiti e articolazione di un gruppo navale della Marina Cinese incentrato, appunto, su una portaerei; il tutto nell’ottica di una strategia marittima orientata al raggiungimento, da parte della Repubblica Popolare Cinese, dello status di potenza marittima globale. Secondo gli studiosi di scuola anglosassone dell’universo politico, militare e sociale cinese, questo è un obiettivo da raggiungere entro il 2049-2050, ovvero il centenario della costituzione della Repubblica Popolare Cinese: per quell’epoca, si suppone inoltre che la Marina Cinese abbia ridotto il gap, per lo più qualitativo, che la separa attualmente dall’US Navy.

Come noto, la portaerei SHANDONG è al momento la più moderna fra le unità della categoria in servizio nella Marina Cinese, conosciuta universalmente con l’acronimo PLAN (1): l’altra è la LIAONING, mentre la terza è la FUJAN, discussa più avanti. I cacciatorpediniere citati rappresentano un’evoluzione dei modelli precedenti, generati con la classe LUYANG/Type 052C: più in particolare, il GUILIN è la versione allungata del Type 052D (cioè 052DL, Lenghtened), mentre le 2 fregate appartengono invece al numeroso Type 054A, anch’esso evoluzione di un progetto iniziale. L’area del dispiegamento è stata circoscritta alle acque a levante di Taiwan, non lontano delle coste dell’Isola, in una zona peraltro oggetto di una ricognizione preventiva da parte di un UAV cinese transitato nello spazio aerea fra l’isola di Yonaguni e l’isola di Formosa, a cui ne ha fatto seguito un’altra da parte di un velivolo per la raccolta di informazioni Shaanxi Y-9, in volo attraverso lo Stretto di Miyako, situato fra l’arcipelago giapponese delle Ryukyu e Taiwan.

Lo scopo del dispiegamento della SHANDONG è stato verosimilmente triplice, ossia l’ennesima dimostrazione di forza nei confronti soprattutto di Taiwan, l’incremento delle capacità operative del gruppo portaerei e il monitoraggio della reazione di altri soggetti militari presenti in teatro, prime fra tutte la Marina e l’Aeronautica Giapponesi, che hanno costantemente seguito i movimenti dei velivoli e del gruppo SHANDONG. In termini più generali, l’unico elemento difficile da valutare riguarda la presenza, sempre nel gruppo SHANDONG, di un sottomarino operante in avanscoperta la formazione navale, nonché la presenza di unità subacquee statunitensi o giapponesi, anch’esse impegnate a monitorare le operazioni cinesi.

L’articolo completo è pubblicato su RID 6/24, disponibile online e in edicola.

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