RIVISTA ITALIANA DIFESA
USV e missili antiaerei: le ultime novità della guerra navale in Mar Nero 07/05/2024 | Massimo Annati

Nel Mar Nero il conflitto tra Russia e Ucraina vede i mezzi unmanned di superficie (USV) sempre più protagonisti.

Solitamente, gli USV operano come kamikaze, venendo diretti contro l’obiettivo per esplodervi contro. Tuttavia, a ottobre 2023 sono apparse delle varianti del nuovo USV ucraino SEA BABY armate con lanciarazzi rudimentali. In tal modo questi mezzi possono attaccare, sia pur con scarsa precisione, le unità navali o le infrastrutture in porto pur restando al di là degli sbarramenti posti all’imboccatura delle principali basi navali russe.

Bisogna però ricordare che nel corso della guerra in diverse occasioni gli USV sono stati intercettati e distrutti da elicotteri russi di pattuglia, e in almeno un’occasione addirittura da un Su-30SM FLANKER.

È così che gli ucraini hanno introdotto un’altra variante. Si tratta di un USV MAGURA V5 equipaggiato con 2 missili antiaerei AA-11 ARCHER (R-73) a guida IR, che possono essere considerati la controparte degli americani AIM-9 SIDEWINDER. Il 6 ottobre il Ministero della Difesa russo ha diffusole immagini di un simile mezzo ingaggiato e distrutto in pieno giorno da un elicottero russo Ka-29TB HELIX-B al largo delle coste della Crimea occupata, quindi il debutto non è stato particolarmente fortunato. Il mezzo ha cercato di ingaggiare, senza esito, un elicottero russo Mi-8/Mi-17 HIP, lanciando uno dei missili. Tuttavia, questa innovazione apre comunque scenari molto interessanti, perché potrebbe creare una seria minaccia ai velivoli russi. 

È ad esempio possibile ipotizzare l’impiego di alcuni USV d’attacco accompagnati da uno o più USV antiaerei che assicurino la copertura, oppure di USV antiaerei che effettuino agguati ai velivoli russi nelle aree di pattugliamento notturno o a ridosso della costa in prossimità delle basi aeree.

I problemi tecnici non sono però banali. Il missile nella configurazione superficie aria ha chiaramente un raggio d’azione molto inferiore a quello ottenuto nella normale configurazione aria-aria (30-40 km). Inoltre, sarebbe interessante comprendere come viene effettuato il lock-on del missile. Infatti, nel caso del tradizionale impiego come USV kamikaze, la telecamera di guida consente di dirigere il mezzo contro l’obiettivo. Nel caso di un USV impiegato per lanciare un missile antiaereo serve che una telecamera con un campo di vista ampio consenta di individuare il velivolo e quindi di orientare il battello in modo che la testa di autoguida IR del missile lo agganci per poterlo poi lanciare, cosa non semplicissima. Il sensore del missile ha un’apertura di circa 80° (ovvero 40° a cavallo dell’asse centrale), ma contrariamente agli aerei, le imbarcazioni non hanno ovviamente possibilità di manovra sul piano verticale. Nella versione aria-aria il missile può essere puntato sul bersaglio dal pilota semplicemente guardando nella direzione del bersaglio, grazie al Helmet-Mounted-Sight. Non si sa se questa soluzione sia stata adeguata ad un possibile impiego superficie-aria, collegandolo alla telecamera di sorveglianza/scoperta.

Su RID 7/24, in uscita a fine giugno, dettagli e approfondimenti sulla guerra navale in Mar Nero.

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