RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il bilancio Difesa UK verso il 2,5% del PIL nel 2030 02/05/2024 | Gabriele Molinelli

Il Primo Ministro Rishi Sunak, di fronte alle richieste pressanti da tempo provenienti da molte voci, incluse tante del proprio Partito, ha sciolto le riserve e formulato un piano, in accordo con il Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, per incrementare rapidamente la spesa per la Difesa per arrivare, entro 6 anni, a spendere annualmente il 2,5% del Prodotto Interno Lordo.

Fino all’annuncio, arrivato a sorpresa nel corso della visita di Sunak in Polonia e Germania, la posizione del Governo era che il 2,5% sarebbe stato raggiunto soltanto quando le condizioni dell’economia lo avessero permesso. Una promessa ritenuta vaga e insufficiente a fronte della situazione sulla scena internazionale e, va detto, anche della situazione politica interna, con le elezioni generali a pochi mesi di distanza e con il Partito Laburista avanti in tutti i sondaggi.

Proprio sulla Difesa i Laburisti sono ancora in posizione di “inseguitori”. Solo recentemente il candidato Premier Keir Starmer aveva finalmente “pareggiato” la promessa dei Conservatori di arrivare a spendere il 2,5% del PIL sulla Difesa appena possibile, e con questo nuovo annuncio Sunak li ha posti nuovamente in difficoltà, tanto è vero che il Segretario “ombra” alla Difesa, il laburista John Healey, non ha potuto che replicare con vaghe promesse di provvedere ai bisogni delle Forze Armate con una nuova Strategic Review dopo le Elezioni, ma senza poter promettere lo stesso livello di risorse.

L’annuncio del Primo Ministro va ripulito di un certo quantitativo di iperbole a uso politico interno: il nuovo piano viene descritto come un’iniezione di 75 miliardi di sterline in 6 anni per la Forze Armate, ma in realtà la cifra raggiunge quella vetta soltanto partendo dall’assunto, irrealistico, che il Bilancio Difesa sarebbe rimasto congelato all’ammontare stanziato quest’anno anche nei prossimi esercizi.

Bisogna inoltre precisare che l’aumento della spesa è calcolato su tutta la spesa che la NATO considera valida per calcolare il livello di investimento dei Paesi dell’Alleanza, quindi al bilancio Difesa vero e proprio si aggiungono finanziamenti aggiuntivi per operazioni in corso, i fondi spesi in aiuto all’Ucraina, le pensioni per il personale della Difesa e le spese per l’Intelligence. Nel conteggio è anche incluso l’Integrated Security Fund, creato nel 2023 per superare il precedente Conflict, Stability and Security Fund (CSSF): si tratta di un fondo multi-ministeriale pensato per far fronte a pressanti esigenze di sicurezza nazionale tramite assistenza economica e materiale a Paesi partner, l’applicazione di sanzioni economiche verso Paesi ostili e alcune iniziative multinazionali per la Cyber security.

L'articolo completo, con tutti i dettagli, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 16/24 in uscita domani.

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