RIVISTA ITALIANA DIFESA
Verso i Collaborative Combat Aircraft 24/04/2024 | Sergio Coniglio

Nelle Aeronautiche occidentali (ma non solo) da tempo va maturando l’idea che, con la contrazione nel numero dei velivoli da combattimento e il rafforzamento delle flotte e dei sistemi antiaerei dei possibili avversari, i rischi – in caso di scontro – siano cresciuti in modo molto significativo. Affrontare conflitti ad alta intensità, magari di lunga durata, con aerei di notevoli capacità e sofisticazione ma in numeri molto ridotti, pone infatti grossi problemi.

Il problema che viene percepito maggiormente nelle Aeronautiche occidentali, prima tra tutte l’USAF, da sempre quella militarmente “più esposta”, è infatti quello della sostenibilità. Recentemente il confronto si è spostato verso nemici di pari livello (peer o near peer): ci riferiamo in particolare alla Cina nell’area geografica dell’Indo-Pacifico, ormai riconosciuta come principale teatro operativo futuro per gli USA. Molti esperti quindi sono d’accordo che la migliore risposta delle forze aeree per fronteggiare le nuove minacce, considerate circa di pari livello in termini di capacità e valutate invece superiori numericamente, sia quella di mettere in campo forze miste di aerei manned e unmanned, operanti in formazioni integrate definite appunto Manned-Unmanned Teaming (MUM-T).

Si manterrebbe naturalmente il personale di volo nelle varie funzioni di comando, pianificazione, coordinamento, ecc, ma aggiungendo appunto velivoli senza equipaggio, cioè Unmanned Aerial Vehicles (UAV).

Questi ultimi sarebbero caratterizzati da capacità autonome variabili, dal ricorso all’Artificial Intelligence (AI) e al Machine Learning (ML). La denominazione di tali piattaforme, almeno in ambito USAF, è Collaborative Combat Aircraft (CCA): un acronimo che distingue questi specifici UAV, appunto “cooperanti” con gli aerei pilotati, dalla precedente generazione di velivoli non pilotati, orientata soprattutto al ruolo Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) e pensata per operare in solitaria e non in sciame (o come parte di un gruppo) come i CCA.

L'articolo completo è pubblicato su RID 5/24, disponibile online e in edicola.


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