RIVISTA ITALIANA DIFESA
Intervista al Direttore Generale Navi Militari di Fincantieri, Dario Deste 17/04/2024 | Pietro Batacchi

Prima l’accordo strategico con il conglomerato emiratino EDGE e il suo cantiere Abu Dhabi Ship Building (ADSB), poi l’importante contratto per la vendita di 2 PPA alla Marina Indonesiana. Insomma, in casa Fincantieri si torna a guardare con rinnovato ottimismo all’export e ai mercati internazionali, con prospettive molto promettenti che potrebbero dare nuove soddisfazioni. Ragion per cui ci sembrava opportuno fare un po' il punto della situazione con Dario Deste, Direttore Generale della Divisione Navi Militari dell’azienda, che ha raccolto volentieri il nostro invito.

- Partiamo dai mercati, come li state riapprocciando e qual è la vostra strategia?

Negli ultimi 2 anni abbiamo lavorato tantissimo in quest’ottica. Abbiamo prima di tutto rifocalizzato, uniformato e reso più organico il portafoglio prodotti con la serie FCX e le sue varie configurazioni. Poi, ci siamo riposizionati sui vari mercati con maggiore, mi lasci dire, consapevolezza e, perché no, aggressività, stringendo anche importanti partnership internazionali, come quella con EDGE. Infine, abbiamo puntato molto sul “time to market”, lavorando sulla modularità e sul concetto di COC ospitata nell’albero (di cui abbiamo parlato in dettaglio su RID 4/24, NdR). Concetto che ci consente di risparmiare diversi mesi nelle attività di costruzione e allestimento delle navi e di andare di conseguenza prima in consegna. Un must in uno scenario come quello attuale.

- Anche un salto tecnologico notevole per Fincantieri…

Più che di salto parlerei di naturale evoluzione. Fincantieri è un’azienda che ha l’innovazione nel DNA. 

- Prima di parlare di Indonesia e EAU, un cenno alla questione dei ritardi delle fregate CONSTELLATION. Dott. Deste, che succede negli USA?

Stiamo lavorando fianco a fianco con l’US Navy per consegnare quella che è la fregata migliore al mondo. Trattandosi di un prodotto tailor-made e adattato alle esigenze del cliente, ci sono delle richieste di modifiche e per specifiche configurazioni che impattano su costi e tempi. È inevitabile. A ciò aggiungiamo un più generale problema di supply chain negli USA, palesatosi con la pandemia da COVID 19, con gap in termini di manodopera qualificata che tuttora si fatica ad assorbire. E questo ha chiaramente un impatto sull’attività di un cantiere.

- Veniamo all’Indonesia, come si è arrivati a questo importante risultato dopo la grande delusione della mancata vendita delle FREMM?

Abbiamo azzerato tutto e siamo ripartiti da capo, ovvero dai fondamentali, ingaggiando tutti gli attori rilevanti e gli stakeholder locali, dal Ministro delle Finanze, al Ministro della Difesa, e ci siamo mossi in un'ottica di sistema con le nostre articolazioni istituzionali - Difesa e Marina Militare – che ci hanno supportato in tutto e per tutto. E poi, mi lasci sottolineare, l’importanza del tour in Estremo Oriente di nave MOROSINI, che ha fatto tappa per l’appunto pure in Indonesia. In quell’occasione abbiamo avuto a bordo il Capo di Stato Maggiore della Marina Indonesiana, che ha potuto toccare con mano e apprezzare la concezione assolutamente innovativa e la modernità delle soluzioni che caratterizzano i PPA.

In definitiva è stato il risultato frutto di un grande lavoro di squadra e “di sistema”, e alla fine l’abbiamo portata a casa!

- Ci dia qualche dettaglio in più sul contratto: sono previsti anche logistica e addestramento?

Il contratto (che ha un valore, ricordiamolo, di 1,18 miliardi di euro, NdR) prevede solo un minimo supporto logistico e addestrativo per consentire il trasferimento delle 2 navi alla Marina Indonesiana.

- Quindi niente supporto…

Il contratto per la fornitura pluriennale del supporto logistico e addestrativo per i 2 PPA dovrà essere sottoscritto successivamente, auspicabilmente già il prossimo anno.

- Quali sono le tempistiche?

La prima unità sarà consegnata dopo 6 mesi che il contratto sarà diventato esecutivo, ovvero al momento dell’ottenimento delle licenze di esportazione e dei relativi pagamenti. La seconda unità sarà invece consegnata a 12 mesi.

- Il tema dei temi: i 2 PPA saranno rimpiazzati in seno alla flotta della MM da 2 nuovi PPA?

Ne stiamo già discutendo con la Marina Militare.

- Saranno in versione Full...si spera…

Confermo. Al momento la Marina ci ha chiesto 2 PPA in versione Full. L’obbiettivo è iniziare i lavori sulla prima di queste 2 nuove navi già il prossimo anno.

- Veniamo al MoU che avete firmato con il conglomerato emiratino EDGE. Di cosa stiamo parlando e cosa prevede nello specifico tale accordo?

Si tratta di un accordo strategico che mira alla promozione di navi Fincantieri della serie FCX, essenzialmente pattugliatori e corvette, dunque FCX-15/20/30, su una serie di mercati, a cominciare da quello emiratino, dove c’è una fortissima esigenza di localizzazione della produzione e dove in questo momento è stata emessa una RFI (Request For Information) per delle nuove corvette di piccola taglia. Non solo, aggiungiamo anche il mercato rappresentato da alcuni Paesi di fede musulmana che hanno importanti legami economico-finanziari con gli EAU, tanto in Africa - per dirne 2, Angola e Mauritania - quanto in Asia - per esempio la Malesia.

- Accennava alla localizzazione, sembra che senza questa oggi non si possa vendere…

Esattamente. Tutti i nostri clienti ci chiedono qualche forma di localizzazione di attività produttive e la possibilità di un avere un robusto supporto in loco. Ma su questo Fincantieri, grazie anche all’esperienza maturata negli USA e al nostro modello di supporto logistico a 360°, oggi è un vero campione internazionale.

- Tornando a EDGE, in caso di successo le navi dove verrebbero prodotte?

Si può immaginare una suddivisione “50 e 50”, per cui in alcuni casi le navi sarebbero prodotte da ADSB e in altri da Fincantieri. In più, la joint venture che stiamo costituendo garantirà il supporto a tutta la flotta della Marina Emiratina.

- Quando ci rivediamo parleremo poi dei nuovi progetti per la MM e di sottomarini…

Promesso...

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