RIVISTA ITALIANA DIFESA
Israele-Iran, il cane pazzo e la trappola delle alleanze 15/04/2024 | Pietro Batacchi

Potrebbero chiuderla qui. L’Iran ha dimostrato ai propri alleati nella regione la disponibilità ad assumersi direttamente l’onere della risposta a Israele e di poter comunque colpire il territorio dello Stato Ebraico. Teheran ha salvato la faccia, evitando una figuraccia, e non ha nascosto la sua mano dietro quella di Hezbollah o degli Houthi. Israele, anche grazie al supporto degli alleati, ha retto all’attacco alla grande, intercettando praticamente tutto e riportando solo danni di minor entità. La sua difesa è stata eccellente. Per cui, la vicenda potrebbe ritenersi conclusa, come non hanno mancato di segnalare gli Iraniani. In realtà, purtroppo, non è così.

Israele non può permettersi che il suo avversario percepisca che si possa colpire il territorio dello Stato Ebraico senza che vi sia una risposta. È sempre stato così, per via di una cultura strategica e una dottrina militare figlie della memoria storica e di una profondità strategica che il piccolissimo Stato Ebraico non ha; ed è così anche adesso. E poco importa che il Premier sia Netanyahu piuttosto che Ehud Barak o Shimon Peres. Quindi, attaccare sempre prima, ossia prima che la minaccia si materializzi e, se si subisce un colpo che non si è stati in grado di prevenire, reagire in maniera sproporzionata per ristabilire il deterrente. Il cane pazzo troppo pericoloso per essere disturbato, come amava ripetere il leggendario Moshe Dayan.

Adesso la scelta è nelle mani del Gabinetto di Guerra di Tel Aviv: eccedere nella risposta come da tradizione e dottrina – e come accaduto pure dopo il 7 ottobre – o rispondere in maniera “prevedibile” tarando l’azione sulla base di un più ampio contesto politico-strategico che pone all’azione israeliana dei severi constraints? Staremo a vedere. Il timore, però, è che la partita sia solo agli inizi e che Israele cerchi di “provocare” Teheran e “intrappolare” l'alleato più grande, gli USA, in un conflitto su larga scala. Del resto una chiave c’è: il programma nucleare di Teheran ha superato il punto di non ritorno, e questo è lo spauracchio non solo di Israele, ma anche di Americani e Sauditi, e di buona parte della comunità internazionale. Ecco, allora, che quei constraints potrebbero ad un certo punto cadere e potrebbero aprirsi nuove opportunità...

Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE