RIVISTA ITALIANA DIFESA
Aggiornamento sull’attacco iraniano ad Israele: qualche dato 14/04/2024 | Andrea Mottola

I numeri

Stando alle stime israeliane si parla di oltre 300 tra missili balistici (120), cruise (30) e UAV (170), la quasi totalità dei quali (si dice il 99%) intercettati fuori dallo spazio aereo ebraico dai sistemi ARROW-2/3, DAVID’S SLING, IRON DOME in forza alle IDF e da caccia e navi alleate, mentre i pochi penetrati hanno creato danni trascurabili. Va tenuto presente, tuttavia, che è pratica comune – non solo israeliana – quella di negare il possibile danneggiamento di infrastrutture militari e asset di particolare valore, e tantomeno di farne trapelare documenti (foto, video). In realtà dai nostri dati emerge che 8/10 testate MIRV appartenenti ai missili balistici iraniani sono riuscite a penetrare le difese israeliane ed alleate creando alcuni danni alle basi aeree di Nevatim (sede degli F-35I), Ramat David e Ramon (non lontana dal sito nucleare di Dimona e base da cui erano partiti i caccia utilizzati nel raid di Damasco) - nelle quali sono state colpite vie di rullaggio, aree di parcheggio e parte di una delle 2 piste di Nevatim, ma non edifici o velivoli - e colpendo aree civili e militari (postazioni di difesa aerea) a Tel Aviv, Gerusalemme ed Eilat. Del resto, sebbene si tratti di numeri doppi/tripli rispetto alle comunicazioni ufficiali israeliane, considerando la quantità di minacce iraniane da fronteggiare, la pur eccellente rete di difesa aerea e missilistica ha necessariamente dovuto dare priorità all’intercettazione di quelle dirette verso i principali centri abitati o strutture critiche, non disponendo di sufficienti intercettori per abbattere ogni vettore, il che ha inevitabilmente causato il passaggio di alcuni missili. Al contrario, ci risulta che tutti i 170 droni sono stati abbattuti al di fuori dello spazio aereo israeliano (Siria, Libano, Giordania, Iraq e Mar Rosso) – o sono stati disabilitati dal jamming immediatamente dopo la loro entrata - cosi come i 30 missili da crociera (25 dei quali intercettati dai caccia israeliani e 5 da quelli americani, britannici, francesi e giordani).

Sistemi impiegati

Per quanto concerne i sistemi utilizzati nell’attacco iraniano, relativamente agli UAV sono stati impiegati certamente oltre 50 SHAHED-136, integrati da 30/40 ARASH-2/3 che nei giorni precedenti erano stati rischierati presso le basi occidentali del Paese, più un centinaio di droni non ben identificati, ma verosimilmente disarmati, tenuto conto che volavano con luci di navigazione attivate, e utilizzati per distrarre e saturare le difese israeliane e alleate. Alcuni di questi ultimi dovrebbero essere partiti da Iraq e Siria. Le 3 ondate di missili balistici e cruise – separate tra loro da 15 e successivamente 30 minuti - sono partite da almeno 10 basi iraniane situate nella parte occidentale del paese (Isfahan, Teheran/Amir Al-Momenin, Kermanshah, Shiraz, Tabriz e Qom, più altri 4 siti di lancio “secondari” situati a Qazvin, Sarpol Zahab, Sanandaj e Azar Shahr) volando nello spazio aereo iracheno e giordano, all’interno dei quali sono caduti almeno 4 missili (probabilmente a seguito di altrettanti intercetti), mentre un altro paio sono precipitati in territorio iraniano (periferie di Kermanshah e Teheran). Tra i vettori impiegati, certamente i missili da crociera SOUMAR nelle 3 varianti HOVEIZEH, PAVEH e, appunto SOUMAR, alcuni dei quali lanciati dallo Yemen, e i balistici a medio raggio EMAD, QADR-1F/H e SEJIL-1/2, nonchè i più recenti DEZFUL e KHEYBAR-SHEKHAN.

Per quanto concerne Israele, oltre ai sistemi anti missile citati, nelle operazioni di difesa Israele ha impiegato quasi tutti i propri caccia, tra cui F-15 A/C BAZ, decollati da Tel Nof, cacciabombardieri F-15I RAAM del 69° Squadrone di stanza ad Hatzerim, armati con missili aria-aria SIDEWINDER, PYTHON e SPARROW ma anche F-16C/D ed F-35I ADIR che hanno partecipato agli abbattimenti di UAV e cruise. Anche il grosso dei velivoli pregiati – CAEW da ricognizione elettronica ed aerocisterne – è stato inviato in volo, sebbene alcuni velivoli strategici da trasporto C-130 ed aerocisterne KC-130 e KC-707 solitamente ospitati a Nevatim, erano stati rischierati in altre basi per proteggerli dal raid iraniano.

Il supporto alleato

Per quanto riguarda il coinvolgimento – certo – degli alleati, non esistono ancora comunicazioni o dati ufficiali. Molto probabile l’impiego di cacciabombardieri USAF F-15E del 494th Fighter Squadron di Lakenheath e del 335th Fighter Squadron di Seymour Johnson attualmente rischierati in Giordania e dei caccia britannici TYPHOON attualmente rischierati presso la base di Akrotiri (Cipro) - recentemente incrementati a 8 velivoli dai 4 precedentemente presenti - per l’intercettazione degli UAV e di 5 cruise (circa 80 in tutto), mentre 2 cacciatorpediniere – la capoclasse ARLEIGH BURKE e la CARNEY - in navigazione nel Mediterraneo Orientale dalla scorsa settimana, hanno intercettato 4/6 missili balistici impiegando missili sup-aria SM-3. Probabile anche il coinvolgimento della batteria PATRIOT dell'US Army situata presso la base irachena di Al Asad. Certa anche la partecipazione di Giordania (caccia e reparti missilistici) e Francia (caccia e unità navali), mentre alcune fonti smentiscono l’impiego dei caccia F/A-18E/F SUPER HORNET imbarcati sulla portaerei americana EISENHOWER. Oltre al supporto aero-missilistico, gli USA hanno sicuramente supportato l’alleato israeliano trasmettendogli tempestivamente i dati provenienti dai sistemi terrestri e spaziali di allerta precoce - in particolare dalla costellazione del sistema spaziale a infrarossi SBIRS, progettato principalmente per il monitoraggio di missili balistici, ma in grado di rilevare firme termiche anche molto più ridotte (UAV e missili da crociera) nonchè dei 2 radar TPY-2 rischierati in Israele e Turchia – relativamente al lancio dei missili balistici iraniani (quantità, posizione di lancio e traiettoria).

La risposta israeliana e lo scenario a breve

La risposta israeliana attualmente è limitata alla prosecuzione di attacchi contro le infrastrutture militari Hezbollah. Dopo il raid avvenuto nella notte tra 12 e 13 – prima, quindi, del raid iraniano – contro le postazioni libanesi situate a Tir Harfa, Alma al-Shaab, Yarin, Al-Khariba, Al-Wardia e Kalat Dabae responsabili del lancio di 40 razzi contro la parte settentrionale di Israele (Kfar Blum) e le alture del Golan, nella giornata di oggi sono stati colpiti siti di lancio da cui sono partiti i razzi KATYUSHA di Hezbollah (e Hamas) contemporaneamente alla prima delle 3 ondate di missili e UAV provenienti dall’Iran, nonché un sito per la produzione di armi nella zona di Nabi Shit. Da capire se ci sarà una più ampia risposta israeliana rispetto alle abituali operazioni siriane e libanesi e le modalità della stessa. Da parte iraniana, sebbene l’attacco possa essere considerato fondamentalmente infruttuoso in termini di danni e vittime causate, rappresenta tuttavia una chiara dimostrazione della capacità e della volontà degli Ayatollah e dei Pasdaran di agire direttamente per colpire Israele e, forse, anche di essere in grado di sopportare un possibile incremento del livello di scontro contro il nemico ebraico. A tal proposito va segnalato che già nella giornata del 12 l’Iran aveva rispedito tutti i propri velivoli tattici inizialmente rischierati nei dintorni di Teheran per partecipare all’annuale parata militare del 17 aprile, presso le rispettive basi d’appartenenza (Ahvaz, Dezful e Hamedan), integrandoli con una ventina di UAV spendibili ARASH-2/3 (poi utilizzati nell’attacco). Inoltre, poche ore prima dell’operazione le forze di difesa aerea regolari e “Pasdaran” hanno dispiegato sistemi di guerra elettronica 1L222 AVTOBAZA a difesa di diversi siti strategici governativi e militari a Teheran e in altre città. Infine, in vista della possibile reazione israeliana, da stamattina l’Iran ha chiuso gran parte del proprio spazio aereo, incluso quello su Teheran, per i prossimi 10 giorni, anche per evitare il possibile abbattimento di velivoli civili - ripetendo quanto già avvenuto nel 2020 con il volo 752 dell’Ukraine International Airlines – nella risposta all’eventuale raid israeliano.


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