RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Iran attacca Israele. E’ guerra 14/04/2024 | Pietro Batacchi

Stanotte è partita la rappresaglia iraniana contro Israele in risposta all’attacco del 1° aprile contro il Consolato di Teheran a Damasco. Come scrivevamo ieri mattina, Teheran non aveva altra scelta: era in gioco la sua credibilità ed il suo prestigio di potenza. E così, purtroppo, è stato. I dati sono ancora frammentari, ma pare che l’Iran abbia lanciato oltre 300 tra droni e missili, balistici e da crociera, di diverso tipo: droni della famiglia SHAHED, missili da crociera tipo SOUMAR e balistici KHEIBAR. La gran parte dei bersagli sono stati abbattuti grazie ad un’operazione di “difesa” senza precedenti, che ha coinvolto i caccia dell’Aeronautica Israeliana, ma anche caccia americani, si parla anche di F/A-18F SUPER HORNET decollati dalla portaerei EISENHOWER che incrocia nel Mar Rosso, caccia inglesi e francesi, e la contraerea pluristrato dello Stato Ebraico basata sul “trittico” di sistemi superficie-aria IRON DOME, DAVIS’ SLING e ARROW-2/3. Alcuni missili sono riusciti a “bucare” le difese ed hanno colpito una serie di obbiettivi, tra cui, pare, le basi aree di Ramon e Nevatim, nel Negev. Al momento le milizie alleate di Teheran sono coinvolte solo marginalmente: Hezbollah ha lanciato contro il nord di Israele il Golan una salva di razzi, e lo stesso hanno fatto le milizie sciite dalla Siria e dall'Iraq. Adesso la palla passa agli Israeliani e a Nethanyau. La dottrina militare israeliana, consolidata in 70 anni di guerre, è chiara: quando si subisce un attacco, e non lo si previene, la reazione deve essere sproporzionata e tesa a ristabilire il deterrente. Israele è troppo piccola per “assorbire” colpi diretti in casa. Lo abbiamo visto per la risposta alla “sorpresa” di Hamas del 7 ottobre: l’eccesso di reazione per ripristinare il potere dissuasivo violato. Su questo si gioca adesso lo sviluppo del conflitto: per la prima volta Israeliani e Iraniani, dopo anni di scaramucce, scontro ibrido e per procura, adesso “cozzano” direttamente. E tutti gli esiti sono possibili. La posta è alta e l’interesse per una guerra regionale, checché se ne dica, c’è. Gli Israeliani lo hanno chiaramente segnalato il 1° aprile, ed hanno nel mirino soprattutto il programma nucleare di Teheran che ha ormai superato il punto di non ritorno. L’Iran se la gioca: “sente” che la leadership israeliana è debole e squalificata a buona parte dell’opinione pubblica nazionale e internazionale, e mette in gioco la sua profondità strategica, i suoi alleati regionali e le diverse opzioni a disposizione. Aggiornamenti nelle prossime ore.


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