L'Amministrazione Biden ne è praticamente certa: la risposta all'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco del 1° aprile ci sarà.

Da giorni gli Americani emanano allerte e fanno filtrare notizie in tal senso, generando un clima di “attesa” che ricorda sinistramente quello del gennaio e febbraio 2022 a proposito di un’imminente azione russa in Ucraina.

L’ultima notifica, di stanotte, parla di una “finestra” per un attacco iraniano di 24-48 ore, occhi puntati sul weekend, dunque, mentre l'Ambasciata USA in Israele ha chiesto al proprio personale di non lasciare le città di Tel Aviv, Gerusalemme e Beersheva. Gli USA, infatti, sembrano convinti che Teheran lancerà un’ondata di attacchi coordinati con missili e droni contro le infrastrutture strategiche e le basi militari del Paese.

Il Comandante di CENTCOM (Central Command, il Comando americano responsabile per le operazioni in Medioriente), Gen. Erik Kurilla, è arrivato in Israele, dopo che in una conversazione telefonica il Segretario americano alla Difesa, Loyd Austin, aveva ribadito al suo omologo israeliano Gallant tutto il sostengo dell'America allo Stato Ebraico. Le Forze israeliane e quelle americane nella regione sono in stato di massima allerta, pronte a rispondere alle mosse di Teheran.

Un dettaglio interessante, la nave iraniana BEHSHAD – cargo convertito in unità per la raccolta informativa, il comando e controllo, e per il supporto delle forze speciali, che supporta le attività degli Houthi incrociando nel Mar Rosso – ha l’AIS (Automatic Identification System) staccato da ormai una settimana...

(In foto: Kurilla e Gallant in occasione del loro incontro a inizio marzo 2024.)

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