RIVISTA ITALIANA DIFESA
Israele simula attacco all’Iran 11/04/2024 | Pietro Batacchi

In settimana Israele ha provato quello che potrebbe essere un attacco a lungo raggio contro obbiettivi strategici in Iran, nel caso Teheran reagisca all’attacco israeliano a Damasco del 1° aprile. Si è trattato di un'esercitazione, coordinata con le forze americane nell’area e la Guardia Nazionale Cipriota, e condotta sull’Isola di Cipro. L’esercitazione ha simulato attacchi a lungo raggio contro obbiettivi collocati in profondità in un territorio nemico, da parte di aerei dell’Aeronautica Israeliana decollati da basi situate nello Stato Ebraico. Nell’attività sarebbe stato coinvolto almeno uno Squadrone di caccia e aero-rifornitori.

Un messaggio chiaro a Teheran: si segnala la propria disponibilità all’escalation, sperando che questo dissuada la reazione iraniana, e nel contempo ci si addestra per uno scenario tremendamente complesso. Innanzitutto, le distanze. Cipro dista da Israele nel punto più vicino 250 km, mentre la distanza minima tra Israele e Iran è più di 4 volte tanto. Questo significa che, in caso di attacco all’Iran, gli aerei israeliani dovrebbero tra andata e ritorno compiere ben più di 3.000 km, con diversi rifornimenti in volo, 2-3 a tratta.

Poi, le rotte. La prima, quella più probabile, è quella settentrionale: in questo caso gli aerei israeliani si “infilerebbero” lungo il confine tra Iraq e Siria, e attraverserebbero il Kurdistan iracheno, dove l’influenza dello Stato ebraico è tradizionalmente forte. Poi, la rotta centrale, attraverso Giordania e Iraq centrale. Infine, la rotta meridionale, attraverso l’Arabia Saudita. In quest’ultimo caso, però, salterebbe del tutto il riavvicinamento tra Teheran e Riad, e quest’ultima si esporrebbe alla reazione diretta dell’Iran.

Non solo, poi c’è il problema degli obbiettivi: tanti, dispersi su un territorio enorme e ben protetti, da una contraerea ridondante (che non è quella siriana), e ospitati spesso in bunker sotterranei e in strutture ricavate dentro le montagne. E ciò vale sopratutto per i potenziali bersagli legati al programma nucleare. E’ il segreto di pulcinella: Teheran ha abbastanza materiale fissile per approntare qualche ordigno nucleare in pochissimo tempo. Non si può escludere che non lo abbia già fatto. E non dimentichiamo le capacità maturate in questi anni nel campo della missilistica, balistica e da crociera.

Insomma, stiamo parlando di un’operazione estremamente complessa, con risvolti politici enormi, e con risultati militari che potrebbero non essere quelli desiderati. Israele dovrebbe mettere in campo risorse importanti: un elevato numero di caccia di attacco e di scorta, aerorifornitori, velivoli per la ricognizione e l'attacco elettronico, ecc. Un conto è bombardare Gaza o il Libano, senza contrasto aereo, sul breve e brevissimo raggio, e con rotte “facili” e ben oliate, un conto bombardare l’Iran. L'Aeronautica Israeliana si addestra da anni a questo scenario – con esercitazioni a Cipro, in Grecia, ecc. - ma le incognite e i rischi sono tanti, talmente tanti che crediamo sia indispensabile l’aiuto di qualcuno.

Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE