RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gaza, le operazioni nella Striscia continuano e gli Israeliani tornano ad Al Shifa 22/03/2024 | Carolina Paizs

Le operazioni terrestri israeliane a Gaza stanno per raggiungere ormai i 5 mesi. Se, sul fronte centrale, non si sono registrati importanti cambiamenti, nel settore nord gli scontri non si possono considerare completamente spenti e le forze di Tel Aviv sono tornate a operare nel complesso ospedaliero di Al Shifa.

Sul fronte sud, invece, le IDF controllano la parte est di Khan Yunis e hanno esteso le operazioni a nord della città, mentre si pensa a come entrare a Rafah. Nella zona di Khan Yunis, in particolare, i reparti IDF si sono focalizzati, per tutto il mese di gennaio e all’inizio di febbraio, sull’avanzamento verso l’ospedale di Nasser, con l’obiettivo di aggirare, da più lati, l’agglomerato urbano della città ed eseguire, come da spartito, operazioni di rastrellamento al fine di sigillare l’area e chiudere le eventuali “vie di fuga” per i miliziani palestinesi.

Lo scorso 10 febbraio, alcune fonti palestinesi hanno annunciato che le Forze di Tel Aviv avevano raggiunto i cancelli dell’ospedale e, il 15 febbraio, alcune unità delle forze speciali israeliane dello Shayetet 13 sono entrate nel complesso ospedaliero dopo aver ricevuto informazioni sul fatto che gli ostaggi detenuti da Hamas si trovassero nella struttura. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, inoltre, le Forze Israeliane hanno esteso le operazioni nei sobborghi di Al Qarara e di Hamad, rispettivamente a nord e a nordest di Khan Yunis, dove l’Aeronautica ha effettuato una serie di bombardamenti al fine di aprire la strada alle forze di terra. In particolare, lo scorso 3 marzo, alcune unità dell’89a Brigata Commando e della 7a Brigata Corazzata sono entrate ad Hamad, dando il via alle operazioni di terra.

Sul fronte sud, rimane da capire come – e quando – Tel Aviv darà avvio alle operazioni nella città di Rafah, l’area sicuramente più delicata dal punto di vista umanitario, considerando l’altissima concentrazione di popolazione civile rifugiata nella zona. Se, a febbraio, il governo israeliano aveva rilasciato alcune dichiarazioni relative a un possibile inizio delle operazioni di rastrellamento nella città, a cominciare dalla prima metà di marzo la mancanza di un credibile piano di evacuazione per gli sfollati interni e le pressioni internazionali su questo punto hanno sostanzialmente posticipato l’intervento.

Nella giornata del 19 marzo, il Primo Ministro Netanyahu ha dichiarato che le Forze Israeliane si starebbero preparando per entrare nella città, ma che l’inizio delle operazioni richiede ancora tempo. Il premier avrebbe accordato, inoltre, a seguito di una telefonata con il Presidente americano Biden lo stesso giorno – la prima dopo circa un mese – di inviare un team di militari e di diplomatici israeliani a Washington, per discutere sulle possibili modalità e alternative rispetto all’intervento nell’area e su come un gruppo di esperti della Casa Bianca e del Governo ritengono che le operazioni nella città dovrebbero essere condotte.

L'articolo completo, con tutti i dettagli, sarà pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 11/24 in uscita oggi.


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