Due giorni fa, durante la presentazione del Piano Industriale 2024-2028, l’AD di Leonardo, Roberto Cingolani, parlando dei velivoli, ha dedicato molto spazio anche all’Eurofighter TYPHOON. Non a caso, poiché la macchina ha una rilevanza notevole nella strategia di crescita dell’azienda, che punta ad incrementare i ricavi da qui al 2028 di 4,5 miliardi di euro, sia sotto il profilo delle nuove commesse sia sotto il profilo dell’ammodernamento. In realtà, mercato e crescita capacitiva sono strettamente legati. Il TYPHOON, lo sappiamo, è in gioco in Arabia Saudita, Polonia, Azerbaijan, solo per citare alcuni Paesi. Il solo secondo lotto per l’Aeronautica Saudita, 48 velivoli, avrebbe ricadute notevoli per Leonardo considerando una commessa con un valore potenziale di 6-7 miliardi (attorno al miliardo e mezzo per Leonardo). E poi non dimentichiamo una possibile, e auspicabile, nuova tranche per l’Aeronautica Militare per il rimpiazzo dei TYPHOON Tranche 1 attualmente in servizio. Se ne sta discutendo. A tal proposito, ricordiamolo, il TYPHOON in questi anni si è dimostrato una macchina molto affidabile, con ratei di utilizzabilità operativa invidiabili, e pienamente swing role: anche di recente lo abbiamo visto in azione per l’attacco ad obbiettivi degli Houthi in profondità nel territorio yemenita.

Poi, quando parliamo di nuove commesse Eurofighter, parliamo anche di una configurazione evoluta del velivolo, adesso nota come NG (Next Generation) e caratterizzata, tra l'altro, da Large Area Display (LAD), nuovo processore, capacità di controllare i droni in modalità MUM-T e radar AESA CAPTOR-E Mk2.

Insomma, il TYPHOON ha ancora molto da dire ed ha a tutti gli effetti un posto di primo piano nella strategia industriale di Leonardo: sia come volumi e margini, sia come bridge verso il GCAP e la sua core platform.

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