RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina, il drone come surrogato dell’artiglieria 12/03/2024 | Pietro Batacchi

La Guerra in Ucraina ci sta dando un’infinità di lezioni, non ultima quella sull’impiego dei droni. Soprattutto grazie a questi il campo di battaglia è ormai diventato trasparente in gran parte della sua estensione: concentrazione e movimenti di truppe e/o di complessi corazzati e meccanizzati sul terreno, che non siano veramente di livello minore, vengono sistematicamente osservati e tracciati dai droni, così come dagli altri potenti strumenti di raccolta delle informazioni proliferati negli ultimi decenni.

Ecco perché la manovra a contatto classica diventa molto complicata, e onerosa, e perché si sta assistendo ad una sua progressiva sovrapposizione con la manovra non a contatto ed in profondità; sovrapposizione che dà vita ad una nuovo tipo di manovra integrata che possiamo definire cross domain.

Due anni di Guerra in Ucraina – ma questo assunto vale anche per un possibile ideal-tipo di attuale e futuribile conflitto simmetrico - hanno ampiamente evidenziato il sistematico fallimento degli attacchi frontali da parte di grandi complessi corazzati/meccanizzati: regolarmente infrantisi contro il “muro” di mine, droni e artiglieria.

In questa fase si fa un gran parlare della difficoltà ucraina dovuta alla ridotta disponibilità di munizionamento di artiglieria. È vero, le forze di Kiev oggi sparano poco meno di 2.000 colpi al giorno, contro i quasi 10.000 russi. Una sproporzione enorme che, però, non sta incidendo sul campo come ci si potrebbe aspettare. Per una ragione molto semplice: gli Ucraini compensano questa sproporzione con i droni. Si tratta in larga parte di droni di derivazione commerciale – prodotti da una miriade di aziende, grandi e piccole, e startup in tutto il Paese - che vengono impiegati a massa secondo una modalità che potremmo definire di “saturazione mirata”: una modalità, cioè, che punta a saturare la difesa dei complessi tattici russi avanzanti e che è guidata da altri droni che agiscono in supporto allo sciame attaccante creando una maglia di osservazione persistente che ottimizza la kill chain.

In pratica, gli Ucraini impiegano massicciamente i droni come surrogato dell’artiglieria e come elemento di raccordo della manovra cross domain. Lo abbiamo visto anche di recente: colonne di mezzi corazzati russi sono state colpite e bloccate da sciami di piccoli droni commerciali suicidi. Con questa tattica gli Ucraini sono riusciti per il momento a rallentare la spinta dei Russi ad ovest di Avdivka, a seguito della cattura della città, ed in altri settori del fronte, ed a rendere le loro iniziative offensive estremamente onerose.

Ulteriori dettagli e approfondimenti su RID 5/24.

(In foto: un operatore di droni FPV ucraino all'interno della Avdiivka Coke and Chemical Plant AKHZ.)

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