RIVISTA ITALIANA DIFESA
La distruzione del primo HIMARS in 2 anni di guerra 06/03/2024 | Igor Markic

Dopo tanti annunci da parte della Federazione Russa, alla fine è arrivata la prima distruzione documentata di un HIMARS. Tali annunci, al di la della propaganda, sono riconducibili in alcuni casi alla ditruzione di simulacri di HIMARS: gli Ucraini, difatti, da tempo utilizzano mock-up “civetta” di vari equipaggiamenti fatti ad arte (anche gonfiabili), e pure dell’HIMARS ne hanno prodotti e schierati a iosa allo scopo di attirare fuochi su bersagli fasulli.

Stavolta, però, l’annuncio russo sembra essere del tutto vero (del resto confermato anche da fonti ucraine), e sostanziato da un video ripreso da un drone mostrante un HIMARS, al completo del suo veicolo di supporto munizioni, distrutto nei pressi di Nykanorivka, Oblast di Donetsk, a circa 40 km dalla linea del fronte (circa 15 km a nord di Pokrovsk). L’ingaggio parrebbe avvenuto tramite un missile balistico ISKANDER (ma potrebbe anche trattarsi di un razzo guidato pesante lanciato da un MLRS TORNADO-S), in piena luce del giorno.

Tale fatto appare piuttosto inusuale, in quanto è noto come l’unica unità ucraina equipaggiata con HIMARS, cioè la 27° Brigata d’Artiglieria Razzi PETRO KALNYSHEVSKY, di solito privilegi avvicinarsi alla linea del fronte nelle ore crepuscolari serali o mattutine per attuare i propri lanci. D’altro canto, è del tutto probabile che i Russi stiano cercando di massimizzare i loro sforzi nella “kill-chain” avvistamento drone-missione di fuoco proprio in senso anti-HIMARS, dal momento che, nell’ultimo mese, nell’arco di una sola settimana, tale MLRS ha fatto strage per ben 3 volte di truppe e generali in “parata” nelle retrovie russe (un approccio del resto già sperimentato in altre occasioni in passato…). Senza contare gli altrettanto innumerevoli ingaggi di successo contro centri comando, depositi logistici, batterie d’artiglieria e, talvolta, perfino basi aeree e complessi missilistici contraerei. È noto che proprio in senso anti-HIMARS i russi stiano diffondendo in maniera capillare, anche presso i comandi inferiori, i droni da ricognizione e avvistamento ORLAN-10. Essi vengono operati direttamente dalle più svariate unità di erogazione di fuoco indiretto, senza dover passare per l’autorizzazione di comandi intermedi. La cosa era già stata notata nei mesi passati, perché il sorvolo di questi droni su unità HIMARS era stata seguita da ingaggi cinetici di vario genere, che però non avevano avuto esito (tranne per i blogger russi…) per via dell’elevata mobilità degli MLRS in questione, sempre riusciti a sottrarsi quasi per un soffio dall’incombente minaccia. Era però soltanto questione di tempo; possiamo anzi affermare come la perdita di questo specifico HIMARS sia strutturalmente dovuta all’insufficienza delle difese contraeree tattiche a disposizione degli Ucraini (scarse anche per i Russi), fra i principali fattori ad aver finora facilitato l’imperio di droni sui campi di battaglia ucraini, conseguentemente impedendo l’attuazione di vere e proprie “combined arms operations” a entrambi i contendenti. Per inciso, per gli stessi motivi, gli Ucraini hanno recentemente perso un sistema NASAMS, e forse anche qualche elemento di quella (o quelle?) batteria PATRIOT avvicinata alla linea del fronte, e responsabile dell’accresciuto rateo di abbattimenti (non tutti confermati) di aeroplani russi oggigiorno impiegati in ruolo simil-CAS tramite munizionamento UMPK.

Nelle scorse settimane era stato avvistato il ritorno di 2 HIMARS “ucraini” negli USA. Essi mostravano evidenti necessità di riparazioni, che sembravano compatibili con la versione ufficiale di come i rispettivi danni fossero stati subiti (cioè saltando sulle delle mine; infatti, uno mancava di una delle ruote anteriori, e l’altro mostrava danneggiamenti relativi all’abitacolo dell’equipaggio).

Difficile dire quale sia l’impatto su una flotta di sistemi che, considerando la loro scarsa numerosità, innegabilmente si assottiglia a vista d’occhio anche con perdite che normalmente sarebbero considerate limitate. Difatti, gli HIMARS in Ucraina stanno già attraversando altri problemi. Da un parte, è praticamente accertato che, per quanto siano generalmente riusciti a conservare un’alta letalità, molte delle loro missioni di fuoco vengano crescentemente contrastate, nella loro efficacia, da azioni di jamming/spoofing affinate dai russi nei confronti dei GPS di cui si avvalgono i razzi M30/31. Soprattutto, i razzi stessi stanno diventando una rarità nell’Esercito Ucraino, dopo il sostanziale “fermo” degli aiuti militari americani. È del tutto possibile, in tal senso, che la continuazione dell’operatività degli HIMARS nelle settimane più recenti sia stata dovuta a forniture di munizionamento da parte degli stessi Paesi europei che hanno donato gli M270.

È da ricordare come anni di conflitto del Donbas abbiano praticamente prosciugato le riserve di razzi per MLRS di epoca sovietica fra le fila ucraine, e difatti, dopo il febbraio del 2022, l'impiego di SMERCH, URAGAN e perfino GRAD da parte delle froze di Kiev è riuscito a continuare su larga scala soltanto per pochi mesi (benché tuttora continui ad arrivare, di tanto in tanto, qualche fornitura di munizionamento, e in qualche caso anche di piattaforme, da parte di Paesi NATO ex Patto di Varsavia). È anche per questo (oltre che per la sua leggendaria accuratezza) che l’HIMARS ha rivestito da subito un’importanza fondamentale per l’Esercito Ucraino, il quale, forse, in un futuro (comunque ancora non troppo vicino) dovrà quasi esclusivamente affidarsi ai propri ancora rari VILKHA per la specialità lanciarazzi multipli d’artiglieria (o forse anche ai TRG-230, di cui tanto si è parlato ma che nessuno ancora ha visto…).

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