RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’evoluzione dell’F-35 26/02/2024 | Gabriele Molinelli

Il programma JSF ha raggiunto un punto chiave della sua storia con il completamento dell’intensa campagna di prove in ambiente operativo simulato e con l’avvio della produzione di velivoli al nuovo standard hardware TR-3. Nel frattempo, continuano ad accodarsi nuovi acquirenti.

Il 21 settembre scorso si è chiusa negli USA la grande campagna di prove in ambiente operativo simulato (Joint Simulation Environment, JSE) che conclude la fase di sviluppo e produzione a basso rateo dell’F-35 e apre la strada alla produzione a pieno ritmo. La campagna, articolata su 64 missioni che hanno coperto tutti i ruoli, spaziando dall’interdizione alla soppressione e distruzione di difese aeree avversarie, è la più complessa e completa serie di dimostrazioni mai affrontate da un velivolo. L’analisi dei risultati di questa prima grande campagna test è in corso e un rapporto è in fase di preparazione (ma solo parte dei risultati saranno divulgati).

Il completamento dei test apre la porta alla “Milestone C”, ovvero l’avvio della produzione in grande serie. Per la maggior parte dei programmi, questo sarebbe un momento cruciale; per l’F-35 lo è molto meno semplicemente perché la produzione di fatto viaggia già da tempo su numeri sostenuti. Il velivolo ha già debuttato in combattimento e a fine ottobre un F-35I ADIR Israeliano ha fatto registrare il primo abbattimento reale di un missile cruise, dopo che sempre velivoli israeliani, nel marzo 2022, avevano abbattuto i primi bersagli aerei (2 droni iraniani). In gennaio è andato in produzione il 1.000° F-35 e oltre 990 erano già stati consegnati. Sono 16 i Paesi, oltre agli Stati Uniti, che lo stanno già ricevendo o l’hanno selezionato e l’F-35 finora è uscito vincitore da tutte le selezioni competitive a cui ha preso parte. Le ore di volo supereranno presto quota 800.000 e 11 navi, fra americane e internazionali, sono state certificate per operazioni con il velivolo.

Nonostante i tanti successi, sono stati tanti anche i problemi e i ritardi. La campagna test si è chiusa con grande ritardo, anche se non solo per colpa dell’F-35: grandi difficoltà sono state incontrate proprio nel costruire il Joint Simulation Environment con la sua ampia varietà di minacce.

Un investimento talmente grande e importante, quello per il JSE, che ne farà ora un programma a sé, che continuerà a crescere, in vista anche della necessità di mettere nuovamente alla prova l’F-35 quando riceverà le sue nuove capacità Block 4, soprattutto in termini di guerra elettronica. L’USAF intende installare permanentemente una suite JSE a Nellis, in Nevada, per il 2028. Interfacciati con il JSE ci saranno 8 “F-35-in-a-box”, ovvero dei sistemi a standard Block 4 completamente simulati. Vi si affiancheranno anche 4 F-22 e 8 “minacce aeree” simulanti i più avanzati velivoli avversari, in particolare quelli cinesi.

L’articolo completo è pubblicato su RID 3/24, disponibile online e in edicola.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE